Infrastrutture, la Regione rischia i fondi

L'allarme di Primavera (Confindustria): con il Cipe occorre un solo interlocutore

PESCARA. A che punto è l'intesa da 6 miliardi tra governo e Regione Abruzzo, annunciata con grande enfasi nel maggio del 2009 e oggi quasi dimenticata? La curiosità è venuta a Confindustria Chieti che ne ha verificato l'attuazione direttamente al Cipe, il Comitato interministeriale per la programmazione economica. Il risultato è preoccupante. Dei ventidue progetti monitorati solo uno oggi è in fase di gara d'appalto: la variante città dell'Aquila sulla statale 17; costo 40 milioni, con finanziamento già pronto e progettazione definitiva. Una volta aggiudicati i lavori quest'opera può partire. Per le altre è nebbia fitta. Per alcune ci sono seri rischi di perdere i finanziamenti.

Il presidente di Confindustria Chieti Paolo Primavera si dice rammaricato «per il disastroso stato di attuazione dei progetti. Al Cipe ne risultano bloccati oltre il 50%, per un totale di 3 miliardi 823 milioni a causa di inadempienze connesse all'iter autorizzativo e burocratico della Regione».

Il motivo? «Manca un coordinamento delle competenze», dice Primavera, «persiste l'accavallamento di ruoli e funzioni, resistono gravi inadempienze operative».

Che ci siano problemi, e non solo in Abruzzo, è confermato dal fatto che il governo ha chiamato a raccolta le Regioni per arrivare entro il 20 gennaio a una nuova stesura delle intese quadro sulle infrastrutture. Ieri a Roma il governatore Gianni Chiodi e l'assessore ai Trasporti Giandonato Morra ne hanno parlato con il ministro delle infrastrutture Altero Matteoli, e delle Regioni, Raffaele Fitto.

L'obiettivo è quello di elaborare un nuovo modello di pianificazione delle Infrastrutture che nelle intenzioni del Governo dovrebbe arrivare a compimento entro la fine di febbraio. Chiodi e Morra hanno confermato «la priorità ai tre progetti definitivi della Pedemontana Marche-Abruzzo-Molise, del potenziamento del Porto di Ortona e prolungamento e potenziamento dell'aeroporto d'Abruzzo di Pescara. Si tratta di progetti definitivi e quindi immediatamente cantierabili sui quali la Regione ha già investito in termini di progettualità e impegni».

Più pessimista la posizione di Confindustria che in base alle risultanze del Cipe parlano per la pedemontana (173 milioni) di un progetto in via di aggiornamento; per il porto di Ortona (96 milioni) addirittura di un rischio di cancellazione del finanziamento per «la notevole lentezza con cui procede la progettazione», mentre per l'aeroporto (6,5 milioni), la progettazione è ultimata ma mancano il parere dell'Enac e il piano finanziario.

«Sulla pedemontana», hanno spiegato invece Chiodi e Morra «esiste un'intesa da noi promossa con due regioni e otto province che rende l'idea di come il progetto sia in fase di forte avanzamento. C'è poi la questione del Porto di Ortona il cui potenziamento è in conformità con il Piano portuale nazionale e che per noi è strategico come porto commerciale del medio adriatico con un collegamento intermodale (ferrovia e autostrada) di grande rilevanza. Infine la questione dell'aeroporto d'Abruzzo del quale sappiamo benissimo la strategicità sia in termini di sviluppo che di turismo».

Tra gli altri porgetti a rischio c'è quello del potenziamento della ferrovia Pescara-Roma. «A Matteoli e Fitto», hanno detto Chiodi e Morra, «abbiamo detto che la tratta ferroviaria deve essere necessariamente potenziata e ammodernata non solo in termini di mobilità del cittadino ma anche come sistema di collegamento commerciale con il Lazio. L'auspicio è che il progetto di potenziamento e ammodernamento della Pescara-Roma rientri nel Piano delle infrastrutture per il Sud, a completamento anche di quegli interventi parziali che sono stati già accolti».

Oggi non è così e il progetto da 2 miliardi 830 milioni non ha mai visto la luce, mentre i programmi per le grandi opere infrastrutturali predisposto recentemente dal governo non prevede un intervento su questa infrastruttura.

Grande preoccupazione esprime infine Primavera per il progetto del Campus Automotive da 78 milioni, «che non risulta in nessun elenco del Cipe, pur essendo pronte tutte le autorizzazioni del caso. Siamo rammaricati di questo e, pur non volendo sostituirci alla politica, come operatori economici legati all'Abruzzo e parte attiva della classe dirigente, sentiamo il dovere di sensibilizzare chi è demandato al governo e alla programmazione strategica del territorio sia a livello locale che nazionale. La posta in gioco è cruciale». «Saremo martellanti e ripetitivi finchè questo progetto non diventerà cantiere e poi realtà operativa», aggiunge Primavera. «Tutti gli investimenti, tranne quelli speculativi, vanno valutati sul medio e lungo periodo ed è indiscusso che per la nostra Regione ci sarà un pesante arretramento economico e sociale se non interverranno politiche economiche e industriali nella direzione di innovazione e ricerca come il Campus».

Confindustria rivolge infine «un appello alla Regione per non farci trovare impreparati all'appuntamento con il treno dei finanziamenti». E chiede «un unico dirigente delegato ai rapporti con il Cipe che affronti con professionalità e rigore le situazioni in sospeso e sblocchi l'iter autorizzativo favorendo l'acquisizione dei finanziamenti»m e la «costituzione di un tavolo di lavoro congiunto che si occupi di monitorare sia questo Accordo quadro che il Master plan, coinvolgendo le parti sociali, Confindustria, sindacati e altre associazioni d'interessi, per favorire l'applicazione di logiche di sistema attente al bene comune».

© RIPRODUZIONE RISERVATA