ABRUZZO

Inps: nel 2022 più imprese e lavoro, ma resta precariato

Presentato il Rendiconto dello scorso anno dell'Istituto di previdenza: crescita vicina al 7%

Importanti segnali di ripresa economica, dopo la crisi generata dalle restrizioni relative alla pandemia, sono stati registrati anche in Abruzzo in sede di entrate contributive. Lo rivela il Rendiconto Sociale Inps Abruzzo 2022, presentato questa mattina all'Aquila alla presenza del direttore generale Inps, Vincenzo Caridi, e del direttore regionale Luciano Busacca. Secondo il documento, indicazioni di crescita, già registrate nel 2021 e consolidate nel 2022, hanno fatto segnare un aumento del flusso contributivo del 7,35% nel 2022 nel settore privato, mentre, se si aggiungono i flussi contributivi del settore pubblico, l'aumento si attesta al 6,78%.

Anche il tessuto delle aziende con dipendenti in Abruzzo è aumentato, in termini numerici, di circa 1500 imprese, mostrando nel 2022 (35.290) una leggera variazione incrementale rispetto all'anno 2021 (33.938). Si registra pure, nell'ambito delle aziende con dipendenti, un maggior numero medio di addetti pari a 290mila nel 2022 contro i 248mila del 2021. 

Sul fronte dei lavoratori autonomi (artigiani, commercianti e coltivatori diretti e piccoli imprenditori agricoli) si rileva la crescita del numero dei commercianti, in controtendenza con la loro continua diminuzione degli anni passati. Per le altre categorie di lavoratori autonomi, si nota una limitata diminuzione nel numero degli stessi, tuttavia meno accentuata rispetto agli anni precedenti, ma si registra nel contempo, per tutte le categorie di lavoratori autonomi, un flusso contributivo in forte aumento: ciò denota un consolidamento in termini economici di queste categorie di lavoratori autonomi.

L'87,5 % delle aziende con dipendenti è costituito, come già noto, da micro imprese con un numero di addetti da 1 a 9; sono 479 (1,5 %) le aziende con più di 50 addetti, mentre le grandi imprese con più di 250 dipendenti sono solo 74 (0,2%). "Crescono le aziende e cresce l'occupazione - ha commentato il direttore regionale Busacca - ma rimane la pagina nera del precariato. Molti contratti sono a tempo determinato".