Iper, aumentano le aperture festive

Stop di due anni ai nuovi centri commerciali. Liberalizzate le svendite

PESCARA. L’assessore Alfredo Castiglione chiama la riforma del commercio approvata martedì in Consiglio regionale un «semiminestrone». Non per sminuirla. Ma per dire solo che sarà seguita presto, «entro la primavera del 2011», dal «minestrone», cioè dal testo unico delle leggi sul commercio che metterà finalmente ordine a una materia intricata e normativamente confusa.
«Abbiamo riequilibrato il sistema del commercio in Abruzzo, andando incontro alle richieste dei sindacati e delle parti sociali, guardando ai lavoratori del comparto», ha spiegato Castiglione.

«Queste nuove norme consentiranno di affrontare meglio e favorire il superamento della crisi che nella nostra regione sta avendo riflessi negativi soprattutto sul piano dell’occupazione».
Per il presidente della Commissione regionale Nicola Argirò è stato trovato «un giusto equilibrio tra grande e piccola distribuzione», soprattutto nella norma che porta da 32+3 a 40+4 le aperture domenicali e festive.

A questa norma che è stata una di quelle più discusse in corso di definizione del testo, è collegato l’obbligo per la grande distribuzione della rotazione del 50% del personale durante le aperture domenicali. «In questo modo», ha spiegato Argirò, «si favorirà nuova occupazione anche se in forma di contratti weekend e simili».

Tra le altre misure c’è il blocco per due anni all’apertura di nuovi centri commerciali. Lo stop non vale per i procedimenti in itinere e in particolare per chi ha presentato la documentazione completa prima dell’entrata in vigore della legge. Viene poi introdotto il riposo infrasettimanale da concordare con esercenti, associazioni di categoria e sindacati. Per un periodo di 24 mesi vengono liberalizzate le vendite promozionali in qualsiasi periodo dell’anno «per dare ai commercianti la possibilità di modulare i prezzi in base al periodo». Infine vengono sbloccati 6 milioni di euro messi a disposizione dell’intero comparto tramite le Cooperative di Garanzia Fidi.

«La nuova legge consegna ai commercianti strumenti importanti per fronteggiare la crisi che non accenna a placarsi, a partire dallo sblocco dei fondi per l’accesso al credito bancario», ha commentato il presidente di Confesercenti Beniamino Orfanelli. «Ma ci sono aspetti che rischiano di vanificare i tentativi di migliorare le condizioni di lavoro dei piccoli e medi imprenditori, come la riapertura delle autorizzazioni dei mercati domenicali durante i quali i centri commerciali potranno restare aperti. Questa decisione, non concertata con le associazioni di categoria, rischia di aggirare il tentativo di contenere il numero di aperture domenicali e vanificare molto del buon lavoro svolto finora: su questo punto è assolutamente necessario un passo indietro da parte della Regione».

Soddisfatta la Cna in particolare sulla norma che prevede l’obbligo di chiusura infrasettimanale per la grande distribuzione. Secondo il responsabile del settore Cristiano Tomei, «l’assemblea regionale ha dato prova di saggezza, respingendo al mittente alcuni emendamenti, favorevoli alla grande distribuzione, che se recepiti avrebbero stravolto lo spirito della nuova legge». A detta della Cna, infine, «sono stati conseguiti importanti risultati anche sul fronte della concertazione: piccole imprese e sindacati dei lavoratori del commercio condividono le stesse ansie e tensioni. Giusto dunque trovare una intesa che abbia messo d’accordo tutto il mondo degli operatori del settore».

Rifondazione e Comunisti italiani chiedono la loro parte di merito: «Grazie al nostro allarme», dicono Maurizio Acerbo e Antonio Saia, «si sono resi impossibili sveltine e inciuci sottobanco e le organizzazioni di categoria e i sindacati hanno potuto far sentire la loro protesta. Abbiamo impedito una rapida approvazione della legge e imposto a maggioranza e opposizione di confrontarsi sui contenuti. Con i nostri emendamenti abbiamo ottenuto sostanziali modifiche che sono andate ben oltre il contenuto dell’accordo del luglio del 2009». Acerbo ha sottolineato come lo stop di 24 mesi all’apertura dei grandi centri commerciali rappresenti solo una moratoria che deve portare a «una legge seria».