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L’Abruzzo cresce, il lavoro no

L'indagine semestrale sull'industria abruzzese: l’economia migliora ma restano criticità, ora Patto per lo sviluppo

PESCARA. Scenario generale con molti indicatori in miglioramento, seppur con variazioni spesso contenute, ma permangono criticità per quanto riguarda l'ulteriore riduzione delle imprese manifatturiere, l'aumento, limitato, della disoccupazione e la quasi assoluta mancanza di investimenti, fattore «rilevante in quanto costituisce un'ipoteca sulla possibilità per il sistema imprenditoriale regionale di cogliere quei seppur timidi segnali di ripresa che si registrano». È quanto emerge dall'Indagine semestrale sull'industria abruzzese di Confindustria, relativa agli ultimi sei mesi del 2015, che è stata presentata ieri a Pescara dal presidente Agostino Ballone. «I decisori politici - si legge nello studio - possono e debbono porre in essere decisioni rapide ed efficaci che permettano di superare definitivamente i forti segnali di debolezza strutturale che ancora caratterizzano il sistema economico locale. Confindustria Abruzzo ha recentemente condiviso con le altre organizzazioni datoriali e con quelle sindacali la necessità di porre in essere un non più differibile confronto con la Giunta Regionale». L'obiettivo è quello di arrivare alla definizione di un «Patto per il Lavoro e lo Sviluppo che si caratterizzi per la sua reale concretezza», perché «il sistema economico abruzzese ha bisogno di decisioni immediate a cui siano collegate una serie di attività da implementarsi in tempi certi». In particolare, la sintesi dei principali indici che descrivono il contesto abruzzese nel secondo semestre del 2015 evidenzia variazioni positive per diversi fattori, come le esportazioni, cresciute del 14,73%, o la cassa integrazione, diminuita in modo significativo. Permangono però criticità in materia di demografia delle aziende manifatturiere, scese di 461 unità, e di tasso di disoccupazione, salito dello 0,65%. Per quanto riguarda l'analisi condotta dagli industriali, secondo gli imprenditori abruzzesi, sono stabili l'utilizzo della capacità produttiva, il fatturato e l'export, mentre gli investimenti vengono effettuati solo dal 15% delle imprese.