«L'Abruzzo dice no al petrolio»

Chiodi sfodera un accordo con il governo: «Ma sul mare decide lo Stato»

PESCARA. «Sulla terra d'Abruzzo decidono gli abruzzesi, quanto al mare la potestà è e resta dello Stato». Chiodi alza il vessillo della Regione in materia di ricerca e estrazione degli idrocarburi. Ed è un no netto al petrolio quello ribadito ieri dal governatore per rispondere ai mai sopiti timori che indicano la «regione verde d'Europa» come terreno di conquista per le società titolari di piattaforme offshore, con l'80% della superficie regionale coinvolta.

La chiave per opporre un rifiuto alle politiche di sfruttamento della energia fossile è una misura legislativa che sarà presto discussa in consiglio regionale. «Chiedo la massima adesione politica su questo provvedimento», spiega il governatore, «perché è l'unico modo che abbiamo per riconquistarci la nostra capacità di decidere». Chiodi indica l'«intesa» raggiunta con il governo nazionale come lo strumento giuridico che la Regione eserciterà in materia di attività estrattive.

Una formulazione che consente alla giunta di non rilasciare autorizzazioni su nuovi pozzi, correggendo così le legge numero 32 del 18 dicembre 2009, un testo già impugnato dal governo Berlusconi davanti alla Consulta. In pratica, Chiodi propone di modificare l'articolo 2 della legge 38, in modo che non vi sia più materia di conflitto costituzionale tra Stato e Regione. «Così», rimarca Chiodi, «sarà finalmente chiaro a tutti che il centro oli di Ortona, rievocato sistematicamente come un fantasma, non si farà certamente».

Il presidente sottolinea come «la Regione Abruzzo, unica in Italia, sia riuscita a risolvere su una materia di pertinenza statale, un conflitto di costituzionalità e di competenza. «Partendo dal principio che è la Regione a governare il proprio territorio» insiste Chiodi «abbiamo convinto il governo ad accettare la nostra posizione, che è contraria a qualunque attività estrattiva».

Sarà un provvedimento utile anche sul nucleare? Il governatore definisce «una boutade quella di costruire centrali atomiche in Abruzzo, paventata da Di Pietro al solo scopo di strumentalizzare le paure della gente a scopi referendari». Chiodi non è contrario all'energia nucleare, precisa però che «in Abruzzo non sarà possibile realizzare centrali per ragioni di incompatibilità idrogeologica, sismica e tettonica».

Ma se sulla terraferma lo stop imposto dalla Regione sembra teoricamente praticabile, diverso è il discorso sulla attività estrattiva in mare dopo le preoccupazioni alimentate dalla catastrofica marea nera nel Golfo del Messico.

«Un incidente come quello accaduto nel Golfo del Messico, qui non si potrebbe mai verificare», ribatte il governatore, «vero è che sul mare lo Stato esercita una competenza esclusiva. Faremo comunque valere le nostre ragioni», aggiunge, «cercando accordi con altre Regioni che si affacciano sull'Adriatico. Porrò la questione anche in sede di conferenza delle Regioni, ma posso già dire che non tutte saranno determinate sullo stesso obiettivo, perché comunque stiamo pur sempre parlando di attività economiche».

Chiodi gioca dunque la carta legislativa come un asso, ma di ben altro avviso è il giudizio di Carlo Costantini. Il leader dell'Italia dei valori dice che l'«intesa» del governatore sul petrolio va letta come una «resa».

«Chiodi», attacca Costantini, «è il presidente di Regione più arrendevole della storia, una resa che diviene incondizionata se il presidente del consiglio si chiama Silvio Berlusconi. In perfetta coerenza con questa sua filosofia di governo, Chiodi rivela di aver individuato la soluzione salvifica per impedire la petrolizzazione dell'Abruzzo. Ma così non è».

A giustificare lo scetticismo del partito di Di Pietro è che «una intesa non costituisce, come invece sarebbe stato doveroso, l'accettazione incondizionata del governo nazionale su una scelta che l'Abruzzo ha deliberato a tutti i livelli istituzionali, richiesto a gran voce attraverso organismi sociali, culturali e economici. Intesa vuole semplicemente dire che il governo centrale può continuare a fare quel che vuole e che l'unico limite sarebbe il sì o un no di Chiodi». Costantini annuncia che in consiglio regionale l'Idv presenterà emendamenti per vincolare un provvedimento con maggiori garanzie per l'Abruzzo. Poi replica sul fronte nucleare, per ricordare che se Chiodi «è così sicuro che il governo salverà l'Abruzzo, perché allora non ha allargato l'intesa anche sulla localizzazione dei siti atomici?»

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