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L’Abruzzo nel crac Veneto Banca: persi 15 milioni di euro in una notte

Patrimoni di famiglie e imprenditori azzerati, la parte più consistente a Pescara con sei milioni di euro. Coinvolti anche Bruno Vespa (un milione) e la Siapra di Avezzano il cui ad aveva investito due milioni

PESCARA. Non bastavano Banca Etruria e Carichieti. Svanisce altra ricchezza per i risparmiatori abruzzesi. Stavolta il disastro finanziario ha come epicentro Veneto Banca. Oltre 87mila soci italiani hanno visto precipitare il valore delle proprie azioni a pochi centesimi, come stabilito dall’ultimo Cda del gruppo bancario.

L’Abruzzo non ha fatto eccezione e ha pagato quest’ennesimo choc finanziario: in meno di 24 ore sono evaporati quasi 15 milioni. La fetta più consistente a Pescara (oltre sei milioni) e in provincia (solo a Penne 467mila euro). Risparmi di una vita di lavoro o patrimoni familiari sono andati in fumo anche nel Chietino (3,5 milioni, con il primato di 1 milione e 700mila euro di Lanciano). A Teramo la perdita ha superato il milione e mezzo (Silvi 244.500 e Martinsicuro 200mila le più colpite). Un residente di Villa Castellana è il più “fortunato” d’Abruzzo visto che ha perso appena 815 euro. L’Aquila e provincia meritano un discorso a parte. Ad Avezzano c’è il caso della Siapra (Società italiana di accumulatori) del gruppo Fiamm guidato da Stefano Dolcetta, imprenditore che è anche il presidente della Popolare di Vicenza. La Siapra, fabbrica delle batterie per auto che conta 380 dipendenti, aveva investito circa due milioni di euro in azioni di Veneto Banca. Difficile dire se questo disastro finanziario avrà ripercussioni sullo stabilimento marsicano, una delle realtà più solide in questo lungo periodo di crisi. Il caso Veneto Banca si affronterà anche oggi quando alla Fiamm di Avezzano sono previste assemblee con il segretario nazionale della Fiom-Cgil, Maurizio Landini. E si parlerà anche dei rumors degli ultimi giorni, rilanciati dal Sole 24 ore, secondo cui la famiglia Dolcetta sarebbe in trattativa per individuare un partner per l’unità delle batterie industriali. L’interesse arriverebbe dalla conglomerata giapponese Hitachi, uno dei tre maggiori produttori di batterie industriali al mondo, interessato ora ad entrare nel mercato del Mediterraneo.

Tornando al caso Veneto Banca, il disastro finanziario ha colpito in modo molto democratico, secondo gli analisti: ha coinvolto grandi e piccoli imprenditori, giovani e pensionati, politici ed enti caritatevoli, piccole imprese artigiane e grandi banche americane. Per l’88% si tratta di persone fisiche con età media di 60 anni. E fra i vip figura anche il giornalista aquilano Bruno Vespa che ha perso anche lui circa un milione di euro, contando anche le azioni dei suoi figli.

Di chi sono le colpe? Stavolta gli esperti “salvano” la politica, ma mettono in discussione la classe dirigente del ricco Nord Est, visto che nei consigli di amministrazione di Veneto Banca si sono alternati industriali e rappresentanti di associazioni di categoria, notabili e professori.

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