TERREMOTO

L’allerta arriva con gli sms

Lunedì mattina altra scossa e in città risale la tensione. Giuliani: mai parlato di altra catastrofe. La prefettura: da noi nessuna comunicazione

L’AQUILA. Vi racconto in breve le mie ultime 24 ore segnate da due scosse di terremoto che hanno fatto risalire la paura. Domenica sera i mobili della mia casa di legno a Onna hanno tremato.

La magnitudo è di quelle che non passano inosservate: 3.2. Decidiamo con mia moglie di seguire il consiglio di un vicino di casa: tenere aperte le ante dell’armadio così che il mobile non cada di schianto sul letto. Come dire che non ci sentiamo al sicuro nemmeno dentro i map. Ieri mattina alle 9,43 la terra trema ancora: 2.9. Le località prossime all’epicentro sono i Comuni di Ocre e di Fossa e Collimento, frazione di Lucoli. Poco prima di mezzogiorno vengono a trovarmi due amici. A uno di loro a un certo punto arriva una telefonata: attraverso gli sms si sta spargendo la notizia che entro 6-24 ore può esserci una forte scossa. L’amico si mette le mani nei capelli e dice: e mò che dobbiamo fare. Mezzora dopo giunge sul mio cellulare il messaggio di una docente che scrive: è già ripiombato il panico nelle scuole. Si sparge la voce, infondata, di uno stop alle lezioni. Alle 15 vado al funerale di Gino Paolucci. Aveva 81 anni e il sei aprile è stato estratto dalle macerie della sua casa di Onna. Da allora non è riuscito più a riprendersi. Mi avvicina il fratello di Gino, Achille, anche lui sopra gli 80 e mi fa, piangendo: questo terremoto ci ha ucciso tutti. E allora ripiombo in uno stato di semi disperazione. E’ un anno ormai che conviviamo con la paura. Otto mesi fa vite distrutte. Oggi ancora attesa per qualcosa che potrebbe accadere. Poco prima delle 17 vado in redazione.

Trovo subito una notizia di agenzia che riporta un comunicato della prefettura che dice: «In merito alla diffusione, avvenuta in particolare tramite sms e internet, della notizia relativa ad un innalzamento del livello del gas radon nella zona dell’Aquila e della presunta adozione dello stato di allerta che la Prefettura dell’Aquila avrebbe emesso, il Prefetto Franco Gabrielli, in una nota comunica che la Prefettura dell’Aquila non ha diffuso nessuna comunicazione». Noto una piccola differenza rispetto a prima del sei aprile: stavolta le fonti ufficiali non rassicurano, dicono solo che da loro non è partita nessuna comunicazione e nessuna allerta. Bene, meglio così.

Do un’occhiata su Facebook, la piazza virtuale che raccoglie gli umori della gente. La tensione c’è e si vede. Si parla di scuole evacuate, di faglie che si muovono, di previsioni possibili. E in tutti c’è la paura di un giorno dopo che potrebbe non arrivare. Cerco di capire che cosa dice Giampaolo Giuliani preso in giro e denunciato prima del 6 aprile per le sue previsioni e che oggi invece è ascoltato: magari non dalla scienza ufficiale ma delle persone in carne e ossa sì. Trovo una notizia: «Il ricercatore aquilano Giampaolo Giuliani attraverso una intervista rilasciata al sito Prima da noi, ha chiaramente dichiarato che l’evento sismico di cui siamo attualmente interessati, non potrà almeno per ora superare la soglia di scosse pari ad una magnitudo di 3.5 su scala Richter. Pertanto la dicitura da lui stesso utilizzata di “Allerta 3” sta a significare che si potranno verificare delle scosse telluriche udibili dalla popolazione e null’altro. E’ evidente quindi il fatto che non siamo di fronte ad un allarme catastrofico, né tanto meno dinanzi ad una piatta tranquillità rispetto all’a ttività sismica. Qualora la situazione dovesse precipitare sarà cura di Giuliani e del suo staff di collaboratori emanare esatte ed inconfutabili informazioni a riguardo».