L'Aquila, la tifoseria si schiera compatta a fianco della società

Sfogo dei tifosi dopo le intercettazioni di Erodiani: "Non c'entriamo nulla. Sospetti alimentati per creare danni al sodalizi". Il presidente Gizzi: "Si sta facendo troppo clamore per nulla"

L'AQUILA. Dell'ennesimo scandalo calcistico, nel capoluogo la gente sembra non stupirsi più di tanto. Quanto all'Aquila e alle intercettazioni che tirerebbero in ballo il club rossoblù nella previsione del risultato esatto per la partita contro il Crociati Noceto, invece, le reazioni della piazza sono le più varie. Tra lo scetticismo di chi fatica a credere che l'ombra del sospetto possa allungarsi sulla compagine aquilana, e il disorientamento di altri che - tra la beffa di Prato, gli annunci di ripescaggio e la pubblicazione delle intercettazioni - si interrogano sull'immediato futuro della propria squadra.

Qualcuno ipotizza addirittura che tutto questo clamore suscitato intorno alla vicenda, sia creato ad arte per danneggiare l'immagine di una società in lizza per il ripescaggio in Prima Divisione.
Altri aspettano di sapere qualcosa in più dagli interrogatori dei vari Erodiani, Bellavista e Bassi, prima di pronunciarsi.
In tanti, invece, non esitano nel definire L'Aquila una società pulita e nell'intravedere un finale felice per il calcio cittadino.

«Noi non c'entriamo nulla» dice un tifoso «altrimenti la partita sarebbe già stata attenzionata. Anzi, secondo me con tutte le squadre di Prima Divisione e serie B che rischiano un coinvolgimento diretto nella vicenda, L'Aquila avrà la strada spianata per il ripescaggio».

Anche il vice sindaco Giampaolo Arduini, si dice sicuro dell' estraneità dell'Aquila dal ciclone del momento. «Non rientra nella nostra cultura e non c'è un coinvolgimento diretto dell'Aquila» afferma Arduini. «Quello di cui posso essere sicuro è che il presidente Gizzi sta lavorando per il futuro della società». Nelle piazze virtuali, il dibattito è aperto.
Su uno dei blog più frequentati dai sostenitori rossoblù, un tifoso fornisce la propria versione dei fatti.

«In questa storia non c'è alcun riscontro oggettivo che possa lasciar intravedere una nostra responsabilità. Lo stesso dicasi per il Crociati Noceto. Manca il corruttore e manca il corrotto».
La discussione viene alimentata dalla pubblicazione dell'intercettazione della telefonata a Bellavista, partita da una cabina telefonica di viale Corrado IV.
«Dal testo parrebbe che i trentamila euro li mettesse a disposizione lui (Bellavista ndc) per falsare il risultato della gara Noceto-L'Aquila» scrive sempre sullo stesso blog un altro tifoso che si dice amareggiato. «Ora L'Aquila deve assolutamente dichiararsi parte civile. Bisogna reagire e chiedere chiarezza, subito».

Tony, in un altro commento, argomenta: «Mi sembrano le classiche dichiarazioni di faccendieri e delinquenti per convincere gli interlocutori di turno che avevano tutto sottomano ai fini delle scommesse. Il risultato tra noi e il Noceto era quasi scontato; non potevamo non vincere per coltivare il sogno play off e il faccendiere ha fatto come quelli che prevedono i terremoti. Ha tirato ad indovinare, e ha indovinato, per coinvolgere gli scommettitori disonesti. Nessuno è indagato e la partita non è fra quelle sotto inchiesta». E poi tanti attestati di stima che fanno piacere al numero uno di Via Ulisse Nurzia.

«Significa che la gente ha compreso come opera questa società» commenta il presidente Elio Gizzi. «Speriamo che nuovi elementi spuntino dagli interrogatori, in modo che tutto si chiarisca al più presto. Si sta facendo troppo clamore per nulla. E L'Aquila non può permettersi di veder danneggiata l' immagine positiva che faticosamente abbiamo ricostruito in questi anni».

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