La politica si spacca sulla data delle elezioni 

Per Lorenzo Sospiri di Forza Italia e M5S si rivota per la Regione a novembre Per il Pd (Silvio Paolucci) si può tornare alle urne anche il 23 dicembre

PESCARA. La data delle elezioni regionali spacca la politica abruzzese prima che venga decisa dal presidente della Corte d’appello. Per Forza Italia e M5S si deve tornare a votare entro 90 giorni dalle dimissioni di Luciano D’Alfonso. Mentre il Pd sostiene l’ipotesi dei 120 giorni, e parla di una soluzione difficilmente evitabile per via del contrasto sorto tra due leggi e il rischio d’annullamento delle elezioni.
I primi basano la loro convinzione su Statuto e legge elettorale regionali che tracciano la stessa regola: «Nel caso di scioglimento anticipato del Consiglio regionale le elezioni si svolgeranno entro tre mesi dallo scioglimento dello stesso», ovvero entro il 22 novembre, data che per Forza Italia è persino anteriore e ricade al 10 novembre. Per il Pd, invece, le modifiche approvate l’8 agosto scorso alla legge elettorale, per tutelare i diritti dell’elettorato passivo (i candidati), fissano in 90 giorni più 30, quindi 120 giorni, il periodo entro il quale debbono tenersi le elezioni, che così ricadrebbero domenica 23 dicembre.
ENTRIAMO NEL MERITO. «Dalla data delle dimissioni del presidente della giunta regionale decorrono i termini inderogabili entro cui le elezioni non solo devono essere indette ma devono anche svolgersi», afferma Lorenzo Sospiri, capogruppo azzurro in Regione. «Lo statuto della regione Abruzzo, la legge elettorale ed il regolamento interno per i lavori del consiglio sono assolutamente chiari ed inequivocabili sul punto», afferma. «Lo dicono anche la Corte costituzionale (sentenza 196/2003) ed il Consiglio di Stato. L'articolo 6, comma 2 della legge elettorale abruzzese (n. 9/2013) stabilisce che in caso di scioglimento anticipato del consiglio (conseguente, come nel nostro caso, alle dimissioni del presidente) le elezioni si svolgono entro tre mesi dallo scioglimento stesso». Sospiri precisa: «In questa ipotesi lo scioglimento si verifica dalla data delle dimissioni e non da quella del decreto di scioglimento (articolo 140, comma 1 del regolamento interno per i lavori del consiglio). Il forzista prosegue: «Il Presidente del consiglio, ricevuta la comunicazione delle dimissioni, deve adottare immediatamente il decreto che si limita a dichiarare lo scioglimento stesso. Tale decreto deve essere notificato ai consiglieri e pubblicato senza indugio sul bollettino ufficiale della regione (avverrà il 22 agosto, ndr) anche per consentire ai soggetti che versano nelle condizioni di ineleggibilità, previste dalla legge regionale 51/2004, di rimuovere la relativa causa entro 45 giorni dalla predetta pubblicazione, così come previsto dalla modifica approvata dal consiglio regionale». Fin qui l’azzurro.
PASSIAMO AL M5S i cui portavoce si augurano una fissazione della data delle elezioni da parte del presidente della Corte d’Appello prima dei tre mesi, ed hanno anche inviato una nota alla Direzione Affari della Presidenza e Legislativa della Regione «per fare chiarezza sulla data di indizione delle prossime elezioni regionali». DALL’ALTRA PARTE della “barricata” c’è l’assessore regionale del Pd, Silvio Paolucci, che conferma il contrasto tra leggi, anzi nella stessa legge, «quella del 2004 che, per l’elettorato attivo, prevede tre mesi, mentre per il passivo quattro. Ed è credibile che per evitare ricorsi al Tar vengano per estensione del diritto considerati i 120 giorni. Sarà comunque il presidente della Corte d’appello a decidere, al di là di ciò che possano dire i partiti»