La Regione chiede 5,5 miliardi

Nell'accordo quadro 977 milioni per le infrastrutture

PESCARA. La «tavola imbandita», evocata dal governatore Gianni Chiodi durante il consiglio regionale straordinario di Ferragosto, ha in dote oltre 5 miliardi e mezzo di euro. Eccolo il piano sul quale poggiano le speranze della Regione di ottenere i finanziamenti pubblici ed europei su sviluppo, infrastrutture e ricostruzione. Un programma che ha convinto la maggioranza a rinunciare ai fondi per il Piano del Sud avendo deciso, con un documento del Pdl votato in aula, di non chiedere al governo di rientrare nelle aree del Mezzogiorno e di non rimodulare la richiesta dei Fas (fondi per le aree sottoutilizzate) così come sosteneva il Pd.

Chiodi ha risposto che le infrastrutture in Abruzzo saranno comunque finanziate e che rientrare nel Piano per il Sud avrebbe comportato la concentrazione delle risorse su un'unica (al massimo due) opera strategica come ad esempio la realizzazione della strada Pedemontana. Ma quali sono le risorse su cui punta l'Abruzzo per la ripresa?

A tavola dovrebbero arrivare le «torte» dei Fas (611 milioni di euro) dei Fesr (40 milioni, ma da spendere entro l'anno altrimenti vanno perduti) e del Masterplan (4 miliardi), quest'ultimo finalizzato in particolare alla ricostruzione post terremoto il cui valore stimato complessivo è tuttavia ancora in corso di definizione. A queste «portate», già piuttosto corpose, si deve aggiungere l'Intesa generale quadro che la Regione ha rimodulato di recente con una «componente propositiva», in modo da poterla sottoporre all'esame del governo ancora prima dell'approvazione dei Fas (entro il 20 ottobre).

Una correzione sostanziale che individua progetti di immediata realizzazione con fondi già esigibili al punto che allo schema di delibera è stato dato il nome di «Nuova» Intesa generale quadro con una serie di modifiche destinate al sistema stradale, ferroviario, portuale, aeroportuale e idrico integrato (vedi tabella a destra).

Nel dettaglio, dalla Nuova intesa si apprende che la terza galleria sotto il Gran Sasso non si farà più e che i fondi destinati ad essa, circa 56 milioni, già disponibili, vengono così ripartiti: 30 per l'adeguamento delle gallerie ferroviarie a nord di Ortona per il passaggio dei container, 17 per la realizzazione del terzo binario tra le stazioni di Pescara centrale e Pescara Porta Nuova e 20 per la deviazione del porto-canale di Pescara con il prolungamento fino a superare l'attuale diga foranea.

L'Intesa prevede anche 3 milioni di euro per il prolungamento della pista dell'aeroporto d'Abruzzo che si aggiungono ai 3,5 milioni previsti nei Fas per la stesa opera. Per quanto riguarda il sistema stradale, gran parte delle risorse viene richiesta per la Pedemontana, la strada parallela all'attuale statale Adriatica, nei tratti della province di Chieti (Guardiagrele-Fara San Martino) e di Teramo (Penna Sant'Andrea-Bisenti, Garrufo di Sant'Omero-Fondovalle Salinello-Floriano di Campli).

Il problema ora è, una volta imbandita la tavola, quante di queste portate saranno effettivamente servite e quanto, in questi tempi di crisi generale, dovrà aspettare l'Abruzzo. Secondo le previsioni, ammontanno a 207 milioni di euro (su 977) i finanziamenti disponibili; i restanti 707 milioni (circa due terzi vengono classificati come «ulteriore esigenza». Arriveranno? Alla Regione ammettono che, con questa aria che tira, sarebbero già contenti se ne arrivasse la metà.

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