ABRUZZO

La Regione richiede le indennità alle guardie mediche

Avviata l'azione per recuperare debiti per 70 mila a testa, il M5S si schiera con i medici: "Decisione ingiusta". L'assessore Paolucci: "Rispettate le norme"

PESCARA. Il Movimento 5 Stelle Abruzzo scende in campo a tutela dei medici di guardia che, sulla base di un provvedimento definito «ingiusto», si trovano ad avere «un debito con la Regione di quasi 70mila euro cadauno, e non perché hanno chiesto un prestito, ma perché con una delibera di Giunta il Governo D'Alfonso ha deciso di eliminare i 4 euro l'ora di indennità di rischio in formula retroattiva». Il punto della situazione è stato fatto nel corso di una conferenza stampa cui hanno preso parte il vicepresidente della commissione Sanità del Consiglio regionale, Domenico Pettinari, la consigliera Sara Marcozzi e diversi medici di continuità. Le guardie mediche abruzzesi, sottolineano i grillini, «si sono viste prima decurtare lo stipendio e poi hanno ricevuto la richiesta di recupero delle somme percepite dalla Regione Abruzzo, estesa anche agli eredi». Si tratta di circa 400 medici in tutta la regione, «un valore aggiunto irrinunciabile - dice il M5s - soprattutto in quelle aree interne che sono poco servite dagli ospedali maggiori e che risultano ancor più isolate dalle politiche di depotenziamento e chiusura che ha investito i grandi ospedali». «Il motivo di questo taglio incondizionato - osservano i grillini - è una semplice richiesta di spiegazione su questa indennità di rischio ritenuta utile nel 2006 e che avrebbe dovuto colmare tutte le carenze relative alla sicurezza sul posto di lavoro. Una richiesta di delucidazioni da parte della Corte dei Conti a seguito della quale la Giunta regionale ha preferito disporre l'interruzione della stessa».

«Non c'è nessuna volontà da parte della giunta regionale di penalizzare o non valorizzare la professionalità dei medici di continuità assistenziale. La decisione di sospendere l'erogazione dell'indennità oraria aggiuntiva e di procedere al recupero delle somme già corrisposte, è dettata dal rispetto della normativa e dell'accordo collettivo nazionale di lavoro». Lo precisa l'assessore alla programmazione sanitaria Silvio Paolucci, aggiungendo che sulla vicenda è già stato attivato un confronto con le organizzazioni sindacali e le Asl per dare risposta a quelle che sono le istanze della categoria. «Mi corre l'obbligo di fare chiarezza su una questione - spiega Paolucci - che da settimane viene strumentalizzata a fini politici ed elettoralistici, generando sia nei medici interessati, che nella popolazione falsi convincimenti. La scelta di bloccare la corresponsione dell'indennità è legata alla notifica, lo scorso 29 giugno, del decreto 4366 della Procura Regionale dei Corte dei Conti, nel quale, fra l'altro, si evidenziava un elevato pregiudizio alle pubbliche finanze derivante dalla pregressa e attuale erogazione in favore dei medici di continuità assistenziale del compenso aggiuntivo orario di 4 euro a titolo indennità per i rischi legati alla tipologia dell'incarico. Indennità prevista da un accordo integrativo approvato nell'agosto 2006 dall'allora giunta regionale, e che non trova previsione nell'Accordo Collettivo Nazionale». Quindi, l'assessore ha annunciato che il «Tar Abruzzo, con ordinanza del 13 settembre scorso, ha respinto la domanda cautelare di sospensione del provvedimento di giunta, avanzata da alcuni medici di continuità assistenziale, in quanto ha ritenuto la richiesta non fondata». Al gruppo consiliare del M5S che questa mattina ha annunciato di voler presentare in Consiglio regionale un provvedimento amministrativo che ripristini l'erogazione dell'indennità, Paolucci ha infine replicato: «Il consigliere Pettinari e gli altri che vorranno sottoscriverlo sono liberissimi di farlo e di votarlo ma sappiano che nel caso dovesse essere approvato dall'Aula, se ne assumeranno la relativa responsabilità amministrativa e contabile».