La Regione: sequestri per Del Turco e Aracu

Angelini chiede i sigilli ai beni degli imputati. I pm: 400 intercettazioni da trascrivere

PESCARA. Oltre duecento unità immobiliari tra abitazioni, terreni, negozi, box e posti auto, ma anche orologi di marca, quadri d'autore e auto. È il tesoro degli imputati nel processo per lo scandalo della sanità di cui ieri mattina la Regione e le Asl hanno chiesto il sequestro.

Ha chiesto i sigilli ai beni degli imputati anche il re delle cliniche private Vincenzo Maria Angelini che nel processo è allo stesso tempo co-imputato e parte civile.
Con una istanza di 19 pagine firmate dall'avvocato Daniele Benedini, la giunta regionale ha chiesto al gup Angelo Zaccagnini di mettere sotto chiave i beni di 13 dei 34 imputati di Sanitopoli. Lo stesso elenco è contenuto in una istanza-gemella delle quattro Aziende sanitarie abruzzesi, depositato in una udienza aperta dalle conclusioni della procura, accompagnate dalla richiesta dei pm di trascrivere circa quattrocento intercettazioni (sulle trecentomila telefonate e rilevazioni ambientali depositate sempre ieri) considerate rilevanti per l'accusa.

LA PROCURA CONCLUDE
Il pool formato dal procuratore capo Nicola Trifuoggi con i pm Giuseppe Bellelli e Giampiero Di Florio ha chiesto che le trascrizioni siano effettuate nella forma dell'incidente probatorio, una modalità che anticipa il processo, cristallizzando la prova già nell'udienza preliminare. Lo scopo sarebbe quello di evitare che la perizia - se disposta durante il dibattimento - possa rallentare il processo, determinando una sospensione di almeno sessanta giorni.

«Rinvio a giudizi per tutti gli imputati e per tutti i reati» ha ribadito ieri il pm Bellelli, che ha chiuso il cerchio delle accuse ricostruendo le ragioni del coinvolgimento dell'ex direttore generale della Asl di Chieti Luigi Conga e del parlamentare del Pdl Sabatino Aracu, con un accenno veloce a Fabrizio Cicchitto, il capogruppo del Pdl alla Camera, inizialmente indagato per ricettazione con l'ipotesi che fosse il destinatario finale delle presunte tangenti incassate da Aracu, ma poi uscito dall'inchiesta con un'archiviazione. Per la procura, Conga sarebbe stato il «collettore» delle presunte dazioni di Angelini, e avrebbe agito su istigazione e in accordo con Aracu, facendosi consegnare complessivamente 6.250.000 euro, somme «destinate anche ad Aracu», mentre all'ex coordinatore regionale di Forza Italia sarebbero stati dati complessivamente 980 mila euro.

TREDICI NEL MIRINO. Le istanze di sequestro conservativo della Regione e delle Asl riguardano i beni di Ottaviano Del Turco, Sabatino Aracu, Vincenzo Maria Angelini, Giovanni Pace, Luigi Conga, Pietro Anello, Gianluca Zelli, Lamberto Quarta, Camillo Cesarone, Vincenzo Trozzi, Giordano Cerigioni, Angelo Bucciarelli e Pierluigi Cosenza: tredici imputati eccellenti finiti nel mirino delle parti civili perché «dagli atti del procedimento emergono elementi di responsabilità abbondantemente idonei a confermare la fondatezza dell'accusa». La Regione avrebbe subito danni «di ingentissima entità» (non ancora quantificati): i sequestri, dunque, sarebbero necessari «per garantire alla Regione l'adempimento delle obbligazioni civili nascenti dai reati», di fronte a una massa di beni considerata insufficiente e per evitare «la possibilità di depauperamento del patrimonio di ciascun imputato», visto anche che molti beni non sono di proprietà degli imputati, perché formalmente intestati ad altri.

Sterminato l'elenco dei beni di Aracu per cui si chiedono i sigilli: a Porto Rotondo (Olbia) 96 piccole unità immobiliari (probabilmente posti auto) di 12 metri quadrati, oltre ad appartamenti, due terreni di 6500 metri quadrati, un'area a pascolo, quattro appartamenti a Pescara, e ancora i beni già sequestrati con decreto del gip il 4 novembre 2009: l'attico di via Nicola Fabrizi a Pescara e quattro quadri d'autore, per un valore complessivo di circa 110 mila euro. Due gli immobili di Del Turco: la casa di sette vani di Roma, e l'abitazione di Tresnuraghes (Oristano), entrambe intestate alla compagna dell'ex governatore, «ma di fatto di proprietà di Del Turco». Trentadue gli immobili di Zelli (uno di 20 vani), da Ovindoli, a una serie di abitazioni Pescara, e a Poggio Bustone (Rieti); quattro quelli di Pace, compreso uno di 13,5 vani; sette quelli di Trozzi. Venti gli immobili di Conga, a cui vengono aggiunti la Porsche Cayenne e i 113.400 euro che vennero rinvenuti a bordo il 14 luglio 2008, oltre a tre conti correnti, beni già sottoposti a sequestro preventivo il 10 luglio 2009, con quelli di Del Turco, Quarta, Cesarone (tre immobili e 19 orologi di pregio) e Conga.

C'È ANCHE ANGELINI Richiesta di sequestro è stata avanzata (per otto immobili e un'auto) anche nei confronti dei beni del re delle cliniche private Angelini, che nel processo è parte civile con una richiesta di danni da capogiro: 34 milioni di euro. Un doppio ruolo che ieri ha prodotto un vistoso rimpallo: da una parte Angelini ha subito la richiesta di sequestro, dall'altra ha chiesto a sua volta i sigilli per i beni di tutti gli imputati per le presunte concussioni ai suoi danni, a partire da Del Turco. «Il processo politico ad Angelini è già stato fatto e ne ha determinato la "morte"» ha detto l'avvocato difensore Sabatino Ciprietti.

Richieste di sequestro conservativo sono state avanzate inoltre dalle cliniche private e dall'Aiop, l'associazione ospedalità privata, ma limitatamente ad alcuni imputati (Del Turco, Quarta, Cesarone, Angelini, e ancora Antonio Boschetti, Angelo Bucciarelli, Francesco Di Stanislao e Giancarlo Masciarelli): «La nostra» ha spiegato l'avvocato Tommaso Marchese, «è una costituzione selettiva, relativa alla seconda associazione per delinquere ipotizzata, con una stima di danni per le case di cura pari a circa 10 milioni di euro per difetto, in considerazione del pregiudizio per le tariffe decurtate e l'essere stati indebitamente assoggettati al piano di rientro».

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