La sanità abruzzese meglio di un romanzo

La storia della sanità abruzzese sta diventando una farsa. Non si riesce a capire dove cominci e dove finisca il più grande pateracchio del secolo. Un mistero infinito. Dopo i 360 milioni di debito sbucati a sorpresa, ecco i nuovi tagli a primari e reparti. Colpi di scena e imprevisti più emozionanti (e irritanti) di un romanzo. Ma quando si incontrano di che cosa parlano i funzionari abruzzesi con i colleghi del ministero?

In questi giorni convulsi, riusciamo a sapere tante cose, ma non a dare una dimensione definita alla voragine della sanità abruzzese, madre di tutti i guai. Per esempio, conosciamo il prezzo degli onorevoli: si va da 150 mila a 300mila euro. Il coordinatore del Pdl, Verdini, gira con il promessario e il blocchetto degli assegni in mano. La caccia al voto per tenere in piedi Berlusconi e la carovana delle ragazze perdute non si ferma un attimo. Le trattative sono così audaci che lo stesso Verdini è rimasto turbato per la sfrontatezza di certe richieste. I profughi di Futuro e libertà sono confusi: d'accordo Fini, però un posto nel nuovo Parlamento o uno stipendio in un ente valgono più del disgusto per una notte di Bunga bunga. Povera Italia.

Sappiamo anche che cosa passa per la mente di Gheddafi: l'amico della sponda accanto, quello che voleva spiegarci come si trattano le donne e darci lezione di economia e storia. Sta massacrando il suo popolo, senza che nessuno faccia niente. Ci sono dittatori e dittatori, quelli con il petrolio sotto i piedi, meritano all'occorrenza anche un baciamano. Senza disturbarlo più di tanto, vorremmo che levasse per sempre le tende.

Sappiamo anche che cosa vogliono gli imprenditori italiani e abruzzesi: subito meno tasse per imprese e lavoratori. E cose da toccare con mano per il Sud. Basta annunci. Senza riforme, l'economia non riparte e la crisi durerà più a lungo, con gravi ripercussioni per giovani e famiglie.

Non sappiamo invece che cosa passi per la testa di molti dirigenti del Pd: nemmeno i sondaggi favorevoli a Bersani nella sfida con Berlusconi riescono a creare un minimo di unità di intenti. Liti, scissioni, commissari, anche in Abruzzo ogni giorno c'è una bega. Come per la sanità. Un altro pateracchio infinito e incomprensibile.

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