l'azienda petrolifera

La Western Atlas si trasferisce in Abruzzo

Il management ha deciso la chiusura degli uffici di Ravenna, i 50 lavoratori verranno assorbiti dalla divisione Baker Hughes di Villanova di Cepagatti

PESCARA. La Western Atlas di Ravenna, l'azienda che gestisce le piattaforme petrolifere in Adriatico e in Basilicata, divisione della Baker Huges di Villanova di Cepagatti (Pescara), chiuderà i battenti per trasferire il personale in Abruzzo. Nonostante lo sciopero dei cinquanta lavoratori della Western Atlas contro il trasferimento a Pescara degli uffici, e nonostante l'impegno di sindacati e assessore regionale alle Attività produttive Massimo Cameliani, il management russo sembra irremovibile. "L’azienda", dicono Alessandro Mongiusti (Filctem Cgil) e Roberto Palmarini (Uiltec Uil) "ha argomentato le motivazioni tecnico-finanziare che hanno indotto la multinazionale a decidere il trasferimento. Motivazioni tecnico-finanziarie che, alla luce anche di quanto fatto trapelare dai responsabili operativi nel tentativo di condizionare parte dei lavoratori, non giustificherebbero l’operazione, considerati i presunti costi dichiarati e messi a budget per lo spostamento di tutto il personale".

Secondo i sindacati, la conclusione negativa dell’operazione di acquisizione del gruppo Baker Hughes avviata da parte di Halliburton sul finire del 2014 e terminata nell’aprile scorso ha avuto una pesante ripercussione a livello internazionale, lasciando profonde ferite in entrambe le società, ma anche un indennizzo miliardario alla multinazionale americana Baker Hughes di 3,5 miliardi di dollari. Western Atlas e Ravenna stanno subendo la decisione del nuovo management del Continental Europe, prima controllato da Aberdeen e ora passato alla Russia, il cui management sembra semplicemente innamorato dell'Abruzzo (alcuni alti dirigenti della Gazprom hanno già acquistato ville nei punti più belli della città). Che il settore petrolifero stia attraversando una crisi profonda è innegabile: da mesi e mesi a Ravenna sono state attivate istituzioni Comunali, Provinciali, Regionali e Nazionali, come da mesi e mesi le aziende del comparto e quelle direttamente collegate soffrono e ricorrono agli ammortizzatori sociali e riducono il personale nella speranza di una ripresa. Ieri lo sciopero che ha visto la partecipazione compatta dei lavoratori della Western Atlas. "Non vi sono motivazioni oggettivamente sostenibili nel trasferimento dell’attività da Ravenna a Pescara", concludono Mingiusti e Palmarini: "costi stratosferici in operazioni logistiche e contrattuali, costi di smaltimento e bonifica, oltre che tempi autorizzativi considerevoli per insediare l’attività sul territorio abruzzese, stante le varie certificazioni necessarie e, non ultimo per importanza le ricadute negative sui lavoratori di Baker Hughes di Pescara, che dovranno fare spazio ai colleghi di Ravenna". A Ravenna ci sono anche lavoratori abruzzesi che, con la chiusura della WA, torneranno dopo anni a casa.