Le lunghe ore sugli sci nelle stazioni invernali

Alla fine degli anni Ottanta si moltiplicano
le presenze di Karol Wojtyla nella nostra regione

L'AQUILA. Gli articoli - che saranno pubblicati fino al primo maggio - giorno della beatificazione di Giovanni Paolo II in piazza San Pietro da parte di Benedetto XVI, sono tratti dal libro «Giovanni Paolo II e l'Abruzzo». Il libro (editrice Graphitype) scritto nel 2005 da Giustino Parisse, caporedattore del Centro ripercorre le visite pubbliche e private del Papa polacco in Abruzzo. Alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso le gite private del Pontefice a Campo Felice, Ovindoli e Gran Sasso per sciare non sono più un segreto e spesso la stampa ne viene a conoscenza anche se solo dopo che il Santo Padre è ripartito per il Vaticano.

di Giustino Parisse


Nel 1987 Karol Wojtyla si reca, da Pontefice, per la prima volta a sciare a Ovindoli (abbiamo visto in uno degli articoli precedenti che era stato già ad Ovindoli da cardinale). E, caso eccezionale, la conferma (dopo un tardo pomeriggio di voci e smentite) arriva dal portavoce del Santo Padre Joaquin Navarro Valls. Nel sito internet del Comune di Ovindoli la visita del Papa e la sua giornata sugli sci viene ricordata con un testo del professor Angelo Melchiorre che fra tutte le cronache di quei giorni, è la più esauriente. «Martedi 17 febbraio Karol Wojtyla, in gran segreto, ha sciato sui monti della Magnola di Ovindoli preferendo le piste della "Capanna Brin"» scrive Melchiorre «il portavoce del Vaticano, Joaquin Navarro, ha confermato la notizia con questa breve dichiarazione: "Il Santo Padre ha trascorso la giornata di oggi (17-2-87), privatamente, ad Ovindoli". Quel giorno il Santo Padre ha lasciato le stanze vaticane intorno alle ore 9,30 accompagnato dal suo segretario personale Stanislao Dziwisz, il cameriere Angelo Gugel, gli uomini della scorta e una maestra di sci della scuola di Cortina d'Ampezzo. Il Pontefice ha raggiunto, col gruppo, la stazione degli impianti della Valturvema a quota 1300 metri, ha appeso sulla giacca a vento color blu (poi a metà giornata ha indossato una giacca a vento rossa) la tessera giornaliera, anche se la società gli aveva regalato una "tessera d'oro" per il libero accesso agli impianti. Come un qualsiasi sciatore si è portato in alta quota sulle piste "Capanna Brin", "Monte freddo" scendendo per la "Dolce vita" incurante del nevischio e della pioggia che scendevano a tratti. Giovanni Paolo II ha sciato per circa sei, sette ore, quasi ininterrottamente con tutta tranquillità, anche perché nei giorni feriali gli impianti sciistici sono poco frequentati; ha fatto più sci da fondo che discese ripide, poi si è concesso un po' di riposo per consumare una colazione al sacco e per leggere il breviario. Le guardie del corpo non hanno perso di vista neppure per un attimo l'illustre ospite dei campi della Magnola. Un servizio d'ordine ben organizzato e ben riuscito, una riservatezza mantenuta fino a dopo le ore 16, quando il Papa era sulla strada del ritorno in Vaticano, prima della chiusura degli impianti, senza andare oltre il normale orario di servizio dei dipendenti. Quando si è sparsa la notizia della presenza del Papa ad Ovindoli era ormai troppo tardi; il parroco ed il sindaco Pompili erano all'oscuro dell'improvvisa ed inaspettata visita, il vescovo dei Marsi Biagio Terrinoni ha appreso la notizia dagli organi di stampa in serata.

L'amministratore unico della società Valturvema, geometra Rodolfo Boccato, ha dichiarato: "Sono stato avvisato della presenza del Papa e subito ho calzato gli sci e l'ho seguito, con molta discrezione, da vicino; sugli sci mi è sembrato molto sicuro di sé, molto disinvolto, ho avuto l'impressione che da giovane sia stato un abile sciatore da dare filo da torcere a molti maestri di sci"».

Della visita privata a Ovindoli parlarono naturalmente anche i giornali locali.

In un bel libro fotografico di Grzegorz Galazka dal titolo "Sui monti con Giovanni Paolo II" della libreria editrice Vaticana, oltre a splendide foto del Papa in montagna (nessuna si riferisce però all'Abruzzo) c'è un mini saggio di Fabio Zavattaro vaticanista del Tg1 il quale in un passaggio che riportiamo, cita esplicitamente la giornata sugli sci del Papa del 17 febbraio del 1987 e riporta anche un aneddoto: «Scoprire queste uscite private è stato praticamente impossibile.

Alcune volte è stato lo stesso Giovanni Paolo II ad informare i giornalisti di queste sue "scappatelle": così, parlando ai giovani romani, nell'Aula Paolo VI, raccontò di una uscita proprio pochi giorni prima e agli scout a Piani di Pezza, 9 agosto 1986, confessò di conoscere almeno due posti lì attorno al Gran Sasso. Meta dunque di queste uscite private, la montagna abruzzese, così come il santuario mariano della Mentorella, sulle pendici del Monte Guadagnolo.
Due uscite vengono scoperte casualmente da sciatori: a Ovindoli il 17 febbraio 1987, e a Campo Imperatore il 14 marzo 1989. A Ovindoli è un bambino di 8 anni ad accorgersi che la persona davanti a lui in attesa di prendere lo skilift è il Papa. Fermo l'impianto da qualche minuto, il bambino avrebbe chiesto all'uomo: "Scusi, signore, sa se lo skilift funziona?". Sentendosi rispondere: "Penso di sì, speriamo bene". La voce, ma soprattutto il volto noto ha permesso al bambino di esclamare: "Ma è il Papa!"».

1988.
Nel 1988, in base alla nostra ricerca, non risultano visite né private, né ufficiali da parte del Santo Padre. Il che, lo ribadiamo, non significa che non ce ne siano state in assoluto, semplicemente non se ne è avuta notizia né sul momento e né in momenti successivi. In quell'anno però ci fu un avvenimento che nel mese di Aprile, per qualche giorno, portò l'Abruzzo, e L'Aquila in particolare, all'attenzione della stampa di tutta Italia: il furto delle spoglie mortali di Celestino V il Pontefice che aveva regnato per pochi mesi nel 1294 e l'unico nella storia ad essersi dimesso. Il furto avvenne nella basilica di Collemaggio il 18 aprile del 1988. L'urna fu ritrovata qualche giorno dopo in un piccolo cimitero fra Abruzzo e Lazio. I ladri quando si accorsero del clamore mondiale intorno al loro gesto decisero di restituire i resti mortali in cambio di una sostanziale impunità. Insomma una bravata che fu perdonata sia dalle autorità ecclesiastiche che da quelle civili. Per anni si è parlato di un giallo dietro quel ritrovamento. Un giallo che non c'è (come molti di quelli che ruotano intorno alle vicende umane di Celestino V): si trattò semplicemente di uno scambio: ridateci l'urna al più presto e non se ne parli più.

1989.
Nel 1989 per la prima volta le agenzie di stampa e i giornali diffondono la notizia che il Santo Padre si è recato a sciare nella stazione sciistica di Campo Felice (nel comune di Rocca di Cambio). L'ex direttore della stazione Federico Gialloreti ha affermato in una intervista alla giornalista Monica Pelliccione che il Pontefice era già stato a Campo Felice sia nel 1982 che nel 1983.

In quelle occasioni però non si seppe praticamente nulla delle visite private. Martedì 14 marzo del 1989 invece la presenza del Papa divenne di dominio pubblico e i giornali ne parlarono in maniera approfondita.

© RIPRODUZIONE RISERVATA