Le parti civili: sigilli ai beni degli imputati

Oggi in aula le richieste di sequestro conservativo avanzate da Regione, Asl e cliniche

PESCARA. Le parti civili vogliono che i beni degli indagati nello scandalo sanità siano messi sotto chiave. Dopo i sequestri disposti dal gip durante le indagini - appartamenti, auto, quadri - la Regione, le Asl e le cliniche private presenteranno oggi al giudice Angelo Zaccagnini una serie di istanze nelle quali si chiede il sequestro conservativo degli immobili degli indagati, a partire da quelli che, dal luglio 2008, hanno già subito provvedimenti.

La richiesta sarà questa mattina, a Pescara, al centro della nuova udienza preliminare di Sanitopoli, l'inchiesta che vede coinvolti gli esponenti di due giunte regionali per un totale di 32 indagati, più due società.

Secondo l'ordine dei lavori fissato dal gup, ad aprire la nuova seduta sarà la procura che oggi concluderà la sua requisitoria: dopo gli interventi del procuratore capo Nicola Trifuoggi e dei pm Giuseppe Bellelli e Giampiero Di Florio, che per due lunedì successivi, in dieci ore hanno spiegato perché, secondo la pubblica accusa, tutti gli imputati debbano andare a processo, oggi a prendere la parola sarà solo il sostituto procuratore Bellelli.

Quindici minuti il tempo previsto (ma potrebbe essere di più) per portare a termine il racconto della maxi-inchiesta che con gli arresti del 14 luglio 2008 decapitò la giunta regionale guidata da Ottaviano Del Turco: l'ultima parte dovrebbe essere riservata alle presunte tangenti che sarebbero state versate dal re delle cliniche Vincenzo Maria Angelini al parlamentare del Pdl Sabatino Aracu, anche lui colpito da un sequestro il 6 novembre 2009, con sigilli all'attico di Pescara e a quattro quadri d'autore.

Secondo l'accusa, l'ex coordinatore regionale di Forza Italia avrebbe intascato 980 mila euro, denaro che gli sarebbe stato consegnato in più occasioni tra febbraio 2004 e aprile 2005.
Ma dopo la richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura «per tutti gli imputati e per tutti i reati», la novità di oggi sarà rappresentata dalle istanze di sequestro che saranno avanzate, secondo indiscrezioni, da alcune tra le dodici parti civili ammesse al processo (la Regione, le quattro Asl abruzzesi, le case di cura Pierangeli, Spatocco, Villa Letizia, Villa Serena, l'Aiop - l'associazione ospedalità privata, ma limitatamente ad alcuni capi di imputazione -, Vincenzo Angelini e Armando Jenca, ex manager della Asl di Avezzano).

A scendere in campo con le richieste di sequestro conservativo dovrebbero essere (a meno di sorprese) la giunta regionale, le aziende sanitarie di Avezzano-Sulmona-L'Aquila, di Lanciano-Vasto-Chieti, di Pescara e Teramo, oltre alle società che gestiscono le strutture private che, secondo il quadro accusatorio, sarebbero state penalizzate dai presunti favori della politica al gruppo di Angelini. Le istanze riguarderebbero solo una parte degli imputati, in particolare alcuni di quelli che il 16 luglio di un anno fa vennero raggiunti dal provvedimento firmato dal gip Maria Michela Di Fine: 28 unità immobiliari (valore oltre dieci milioni di euro) appartenenti a Ottaviano Del Turco, Camillo Cesarone e Lamberto Quarta e Luigi Conga vennero sequestrate dai militari della Guardia di finanza (alcuni degli immobili risultano ancora sottoposti a sigilli).

Altre richieste riguarderebbero i beni di Vincenzo Angelini (che il 9 novembre 2009 ha subito il sequestro della clinica Villa Pini e di altri sette immobili per 33 milioni di euro), e altri imputati, tra i quali l'ex presidente della Fira Giancaro Masciarelli, deus ex machina delle due cartolarizzazioni: l'uomo che, secondo l'accusa, sarebbe stato la figura di snodo tra i due gruppi di potere (prima nel centrodestra, poi nel centrosinistra) che avrebbero ricevuto dazioni in cambio di favori ad Angelini.

Perché sia emesso il provvedimento, in base alle norme, sostengono le parti civili, non è necessario che sussistano gli indizi di colpevolezza, ma è sufficiente che sia pendente un procedimento penale. L'obiettivo è quello di conservare i beni a garanzia di eventuali, future richieste di risarcimento, evitando allo stesso tempo che i beni possano essere alienati.

Le istanze (oggi se ne conscerà il contenuto esatto) saranno illustrate questa mattina al gup Zaccagnini, in una giornata in cui, con ogni probabilità le parti civili si uniranno alle richieste già avanzate dalla procura.

In aula dalle 9 alle 18, per quella che sarà la penultima udienza prima della pausa estiva. Secondo quanto stabilito dal giudice, oggi dovrebbero iniziare le repliche dei difensori, a partire da chi rappresenta gli imputati gravati da meno accuse: Giordano Cerigioni, Luciano Di Odoardo, Gianfranco Martini, Walter Russo, Mario Tortora e Gianluca Zelli. Il 5 luglio, la parola, tra gli altri, alla difesa dell'ex governatore Giovanni Pace.

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