Le vere farchie sono solo di Fara

Da quest'anno il rito ha l'esclusiva su nome e materiali di realizzazione

FARA FILIORUM PETRI. Conto alla rovescia per il rito ultrasecolare dell'accensione dei fuochi, quelli che, secondo la leggenda del 1799, vogliono ricordare il miracolo della Selva. Fu Sant'Antonio a scongiurare l'attacco delle truppe francesi che, da Bucchianico, avanzavano verso Fara Filiorum Petri. All'ora vi era un grosso querceto che proteggeva la cittadina situata alle pendici della Maiella, nella vallata in cui scorre il fiume Foro. Il Santo, vestito da generale, intimò l'esercito d'oltre alpe a fare dietro front. Al loro avanzare la foresta s'incendiò. Sono attese dieci mila presenze per il 16 gennaio. Lo spettacolo è assicurato all'imbrunire quando, ad una ad una, le farchie verranno incendiate.

Le sedici colonne come fiammiferi s'illumineranno, presso il piazzale del cimitero comunale, e gli spettatori non potranno fare a meno di assistere all'incendio con il naso all'insù.

«Alle 14 è previsto il corteo che farà arrivare dalle contrade le farchie», racconta il sindaco Domenico Bucciarelli. «La prima farchia che verrà accesa sarà quella della contrada che fra tutte sarà estratta per prima e poi tutte le altre. Questo per decidere con più tranquillità qual è la farchia più bella e per godere maggiormente dello spettacolo».

Il giorno dopo, il 17, la festa continua nelle contrade e con la benedizione degli animali.

«La storia della registrazione del marchio alla Camera di commercio è nata quando, l'anno scorso, da parte di un comune vicino erano strati affissi dei manifesti con titoli che pubblicizzavano, per lo stesso giorno, il rito delle "vere farchie". In paese ci fu amaro e scontento e da lì l'idea di far registrare il termine e tutto il materiale con il quale vengono costruite le farchie» spiega Bucciarelli che, da avvocato, sottolinea, «se altri dovessero realizzare le farchie con gli stessi materiali e lo stesso nome, in teoria, si potrebbe diffidarli dal farlo e citarli in giudizio».

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