Chieti, l’intervento del presidente nazionale degli industriali alla convention delle imprese abruzzesi

Marcegaglia, riforme per la crescita

«L'Abruzzo è meraviglioso e ha sofferto molto ma tornerà grande»

CHIETI. Un pensiero alla «terra meravigliosa» che la ospita, «così bella e ricca di eccellenze, una terra che ha sofferto molto e ora vuole tornare a essere protagonista della crescita». Un pensiero alla crisi del Nordafrica che è prima di tutto «crisi umanitaria» e poi economica. Così Emma Marcegaglia, presidente nazionale di Confindustria inizia il lungo intervento che chiude la 4ª convention dell'associazione regionale degli industriali, all'ex Foro Boario della Camera di Commercio di Chieti. Un discorso preoccupato per la situazione nazionale e internazionale.

Ma ricco di spunti positivi. Perché, dice la Marcegaglia, «l'economia mondiale ha ripreso a crescere. Nel 2011 il Pil crescerà del 4%, soprattutto per merito dei paesi asiatici, gli Stati Uniti si stanno riprendendo, in Europa c'è un andamento diversificato. Nel 2010 la Germania che è il nostro maggiore competitor è cresciuta del 3,6%. Noi meno, ma la crescita dipende anche dalle scelte».

All'Italia, spiega, mancano all'appello 275 miliardi, persi perché il paese negli ultimi 15 anni è cresciuto di un punto percentuale in meno rispetto al resto dell'Europa. «Ora i dati dicono che stiamo uscendo dalla crisi, ma con un potenziale di crescita troppo basso. Nel 2011 sarà dell'1,2%, forse dell'1,3%, troppo poco per riassorbire la disoccupazione, per dare una chanche alle imprese e un lavoro ai giovani».

Su tutti questi argomenti la Marcegaglia si augura «una grande alleanza tra brave persone che vogliono bene all'Italia», e nello stesso tempo accusa la politica di distrazione. Di occuparsi troppo delle beghe interne, dei litigi tra partiti e poco delle scelte strategiche. «E noi ci arrabbiamo. Perché dobbiamo entrare in una fase nuova. Il presidente della Regione Chiodi lo ha detto bene: non possiamo rubare il futuro alle prossime generazioni. Bisogna fare scelte chiare e anche difficili, impopolari». La prima riguarda la semplificazione fiscale. «Poche regole, pochi controlli ma chiari. C'è un pacchetto che abbiamo messo a punto su privacy, appalti, urbanistica. Chiediamo che venga approvato, perché senza semplificazione ci sono investimenti che non partono».

Occorre poi una riforma del fisco, insiste la presidente di Confindustria. «Sulle imprese pesano troppe tasse: il 68%, contro il 48% della Germania e il 57% della Svezia. Da ieri abbiamo cominciato a discutere un pacchetto che comprende un aumento della tassazione sulle cose, sull'Iva, Un aumento della tassazione sulle rendite finanziarie e un abbassamento delle tasse sulle imprese di qualche punto. Tutto questo si può fare ma bisogna farlo subito. Condividiamo la logica della gradualità ma bisogna che ci siano segnali concreti sulla riforma del fisco da subito. Comprendiamo anche la complessità della cosa ma è venuto il momento di farlo. Vogliamo vedere l'abbassamento della tassazione su chi tiene in piedi questo paese, ossia imprese e lavoratori».

Anche perché l'Italia «è un grande paese manifatturiero, siamo i secondi al mondo, ma per continuare così dobbiamo aumentare la qualità dei nostri prodotti. E per questo serve ricerca e innovazione. Spendere l'1,2% è troppo poco».

Marcegaglia incalza poi la politica su alcune scelte. «Sul piano per il Sud vogliamo vedere concretezza. Abbiamo troppi fondi bloccati. Una buona idea potrebbe essere un credito d'imposta sugli investimenti per le imprese che decidono di investire seriamente nel Mezzogiorno».

L'altro nodo sottolineato dalla presidente di Confindustria è quello delle relazioni sindacali. «La logica non è quella di rompere, di fare accordi separati, ma vogliamo relazioni sindacali più efficienti e moderne. Non possiamo più permetterci un assenteismo al 10%, falsi malati protetti dai sindacati e aziende che non hanno capacità competitiva».

Infine l'Abruzzo. «La Vertenza Abruzzo è un'iniziativa molto importante, un documento ben scritto. Io sono venuta qui per sostenerlo. Ma bisogna portare la Vertenza Abruzzo in un tavolo nazionale. Lavoriamo insieme e sblocchiamo la situazione». Un pensiero infine anche per l'Aquila. «E' importante avere un progetto per ricostruire la città. Sono stata in Abruzzo qualche giorno dopo il terremoto e ho visto quello che è successo. Capisco che si voglia tutelare ciò che c'è, la nostra storia, ma non possiamo neanche rimanere immobili. Rilanciare un centro storico vuol dire ritrovare anche l'identità e la speranza».

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