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Mascitelli: il Pd sbaglia sulle alleanze variabili

PESCARA. Non piace all’italia dei Valori l’idea di alleanze spiegata dal segretario regionale del Pd Silvio Paolucci nell’intervista pubblicata ieri su queste pagine: «Lo schema di un Pd asse...

PESCARA. Non piace all’italia dei Valori l’idea di alleanze spiegata dal segretario regionale del Pd Silvio Paolucci nell’intervista pubblicata ieri su queste pagine: «Lo schema di un Pd asse centrale delle coalizioni, partito baricentrico intorno al quale ruotano gli altri partiti divisi in riformisti e moderati e oggetto di alleanze variabili, è ormai del tutto anacronistico e superato nei numeri e nei fatti». Commenta così il segretario regionale dell'Idv, senatore Alfonso Mascitelli, anticipando i temi e i contenuti dell'assemblea regionale degli iscritti dell'Idv Abruzzo, che è stata convocata per sabato 23 a Pescara, al Museo Vittoria Colonna.

«Il 30% di astensionismo e il 20% del voto di protesta costruiscono nel Paese reale una maggioranza diversa da quella delle sommatorie dei partiti» dice Mascitelli, «e su questo dobbiamo avere capacità e coraggio di confrontarci. Nella nostra regione si sta vivendo una emergenza sociale, economica e morale senza precedenti che assume, giorno dopo giorno, caratteristiche sempre più drammatiche alle quali non si possono più dare risposte di ordinaria e tardiva manutenzione».

L'Abruzzo arriverà al momento del rinnovo del Consiglio regionale, insiste il senatore Idv «paralizzato da anni di immobilismo del governo Chiodi e prostrato da un'opera di smantellamento dei servizi di assistenza alle famiglie, alle imprese e ai cittadini più deboli, che richiederanno interventi immediati. Per questo, è un metodo del tutto fuori luogo e fuori dalla realtà quello dei partiti che vanno alla ricerca di alleanze variabili». Al contrario, dice Mascitelli «le uniche possibili, in queste condizioni, sono le alleanze dirette e partecipate, quelle che nascono dal basso, nella coscienza della gente prima ancora che nelle sacrestie dei partiti. Il modello delle ultime amministrative ha funzionato non per l'effetto somma delle sigle dei partiti, ma per la coerenza e la condivisione delle persone e dei loro comportamenti sulle cose da fare».

In questa ottica le primarie vanno bene, dice Mascitelli, «ma sia chiaro che non devono essere una gentile concessione dei partiti o una camera di compensazione integrativa alle candidature parlamentari; le primarie sono un primo strumento e non l'unico, per restituire ai cittadini il loro diritto a decidere e per questo hanno senso se vengono attivate subito. Entro dicembre dovrebbe essere individuato il candidato presidente che, insieme ai partiti, movimenti e associazioni, dovrà avere il compito di preparare e far conoscere per l'Abruzzo un'agenda di lavoro concreta, operativa e cantierabile».

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