Medoilgas: su Ombrina Mare nessun blocco dai giudici

La compagnia petrolifera stempera gli entusiasmi e il clamore suscitati in Abruzzo sul ricorso bocciato dal Tar del Lazio contro il ministero dell’Ambiente a proposito dell’impianto petrolifero previsto al largo della costa chietina

PESCARA. «È bene precisare non c’è alcun blocco all’impianto di Ombrina Mare 2, ma semplicemente che dobbiamo sottoporre il progetto alla procedura ambientale Aia (Autorizzazione integrata ambientale tesa ad evitare, ove possibile, o a ridurre le emissioni nell'aria, nell'acqua e nel suolo ndr) prima della Via (Valutazione impatto ambinetale), premesso che l’Aia stessa non è mai stata messa in discussione da Medoilgas in quanto si è sempre saputo che si sarebbe dovuta fare. Ciò che è stato messo in discussione è stata la tempistica indicata dal ministero e la contraddizione delle informazioni ricevute dallo stesso ministero». Medoilgas stempera gli entusiasmi e il clamore suscitati in Abruzzo dalla notizia pubblicata ieri sul ricorso bocciato dal Tar del Lazio contro il ministero dell’Ambiente a proposito dell’impianto petrolifero previsto al largo della costa chietina. A livello nazionale, la decisione del Tar è stato interpretata (Legambiente, Realacci, parlamentari) come un no definitivo e additato come esempio anche per tutti gli altri impianti. Hanno esultato il governatore Gianni Chiodi («il giudizio del Tar va nella stessa direzione espressa in questi anni dalla Regione»), il sindaco di Vasto Luciano Lapenna, costituitosi in giudizio contro il progetto della Medoil, il segretario provinciale di Sel Alessandro Cianci.

L’assessore all’Agricoltura Mauro Febbo, da sempre contrario alla realizzazione del Parco della Costa Teatina, ha sottolineato come l’aspetto più importante che emerge dal parere dei giudici «sia la conferma che avevamo ragione noi quando sostenevamo che la presenza del Parco avrebbe impedito la nascita di Ombrina». «A supporto della posizione mia, di Chiodi e di Giuliante», ha aggiunto Febbo optando evidentemente a suo parere per “il male minore”, «era stato elaborato uno specifico emendamento da sottoporre sempre al ministero dell’Ambiente al fine di promuovere una convinta ed unitaria iniziativa con i parlamentari abruzzesi, per impedire l’avvio del progetto Ombrina e promuovere un Parco adeguato alla realtà territoriale».

Tutto chiaro? No. Che non fosse finita ci avevano d’altra parte pensato le associazioni ambientaliste convocando una conferenza stampa per dire che «la lotta continuava»: «Adesso Confindustria torni sui suioi programmi e convinca Medoilgas a rinunciare al ricorso al Consiglio di Stato». «L'eventuale prosieguo dell'iter di Ombrina si fermerebbe con una modifica da parte del Parlamento dell'articolo 35 del decreto Sviluppo, e perimetrando finalmente il parco della Costa teatina».

E Medoilgas a fine giornata è stata altrettanto decisa. Mettendo in chiaro come il richiamo del Tar ai limiti del codice ambiente (divieti di attività di ricerca, prospezione e coltivazione nelle aree soggette a tutela) non abbia alcun senso se associato all’indicazione di condurre l’Aia prima della Via. E questo perché o l’area è sottoposta a tutela e l’attività è vietata tout court e non viene quindi richiesta l’Aia, oppure l’area non è tutelata. Il secondo round è già iniziato.(a.mo.)

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