Nel cuore della Maiella dove arrivi solo a piedi

10 Novembre 2012

Da Pretoro a San Liberatore e Bocca di Valle con 15 euro

Pretoro, San Liberatore e Bocca di Valle, ecco una triade tra storia e natura per una gita nel cuore della Maiella, alla scoperta delle sue bellezze, come la suggestiva cascata di San Giovanni, che si raggiunge tramite un sentiero comodo e affascinante.

Da Bocca di Valle, vicino a Pretoro sulla Maiella, si dipana una serie di sentieri che attraversano tutta la zona, collegando la valle con Pian delle Mele. Tra i sentieri più interessanti e belli c’è appunto quello che collega Bocca di Valle con la bella cascata di San Giovanni, creata dalle acque del torrente Vesola con un salto di 35 metri.

Il torrente nella parte a valle scompare penetrando nel terreno, ma a monte della cascata e nei dintorni dà vita ad incredibili giochi d’acqua. Inoltre la prima parte del sentiero è attrezzata e può consentire l’escursione anche a diversamente abili.

La cascata si raggiunge in circa un’ora e mezzo, ma gli escursionisti provetti possono impiegare anche meno. A un paio di chilometri da Bocca di Valle, invece, sulla provinciale verso Rapino si snoda la strada che dopo 4 o 5 chilometri permette di raggiungere un altro sito naturalistico da non perdere: Pian delle Mele, dove tra l’altro funziona da parecchi anni un parco attrezzato per percorsi sugli alberi, il Parco avventura Maiella, che può costituire un divertente diversivo per la famiglia, con percorsi tra funi e carrucole tarati su vari livelli di difficoltà e d’età. Ideale per un pic nic e per far riposare il corpo e la mente dopo l’escursione a Bocca di Valle. Proprio a Pian delle mele, immerso nel bosco di faggi, si erge la Baita del Poeta, un locale tipico consacrato alla poesia, raggiungibile solo a piedi, dove è possibile gustare versi, ma soprattutto una cucina tipica raffinata, che vale la pena assaggiare soprattutto perché da assaporare immersi nel silenzio del bosco di montagna.

Da non perdere sono i Pensieri del poeta, dolce tipico della taverna, una vera golosità.

A una decina di chilometri da Pian delle mele, si incontra Pretoro, un vero gioiello tra i borghi maiellesi, incastonato ai piedi della montagna e incantevole per le sue innumerevoli viuzze.

Rue e vie rendono la passeggiata nel centro storico un toccasana per lo spirito e lo sguardo e i polmoni. Il paese, luogo ideale per rifocillarsi, è stato ribattezzato la “Saint Moritz del centro sud”, e offre, da visitare, la chiesa di Sant’Antonio Apostolo e quella di San Nicola.

In paese è diffuso il culto di San Domenico, che dà origine alla celebre rievocazione de “lu lope”. Tra l’altro al santo è stato dedicato anche un museo. In direzione della Val Pescara, oltre Pretoro, si incontra San Liberatore di Serramonacesca che accoglie il visitatore all’ombra di alti cipressi, alberi che rendono il luogo ancora più mistico.

Il monastero, una volta abbandonato dai monaci, fu trasformato in cimitero, e i cipressi oggi, alti e imponenti, fanno da contraltare al campanile, che sorge leggermente staccato dalla basilica.

All’interno la suggestione mistica e la pace vengono oltremodo amplificate anche grazie all’assenza di banchi: un vuoto che contribuisce a far risaltare la bellezza delle tre navate, ma soprattutto dell’antico pavimento in mosaico, il cui restauro, insieme a quello della chiesa, ha permesso di restituire alla memoria e al popolo un’opera d’arte architettonica unica.

Così il significato di questa abbazia va al di là di quello religioso, che rimane ovviamente il più importante. San Liberatore è dunque un luogo mistico, immerso nel verde ai piedi della Maiella, avvolto dal mistero e dal silenzio. Si trova a due chilometri da Serramonacesca, e costituisce il primo insediamento benedettino in Abruzzo, che nel medioevo è stato fulcro dell’economia e della cultura in terra d’Abruzzo, quando erano i monasteri a fare da traino alla civiltà. Ma San Liberatore, offre anche uno scorcio naturalistico di grande bellezza.

Guardando la facciata della basilica, sulla sinistra, infatti, è possibile scorgere l’imboccatura di un sentiero che scende verso il ruscello, si tratta del primo tratto del fiume Alento, ruscello il quale rappresentava anticamente la più importante fonte di approvvigionamento idrico del monastero.

Appena raggiunto l’alveo del torrente, un sentiero comincia a risalirlo verso la sorgente percorrendo tratti ben segnati ed evidenti.

Dopo circa dieci minuti e vari saliscendi si raggiunge un’area ombrosa e fresca, cosparsa di muschio, al centro della quale scende il fiume.

La zona è caratterizzata da un basamento di roccia interamente cosparsa di muschio che offre un colpo d’occhio eccezionale.

L’acqua qui anche in piena estate si mantiene gelata, tanto che il bagno in essa costituisce quasi una prova di coraggio. Anche in autunno, tuttavia, la visita al monastero, collegata con quella gli altri siti descritti prima, dà vita ad un’immersione totale in una dimensione incontaminata, una dimensione dove il tempo sembra essersi fermato, tanto da regalare agli escursionisti un soggiorno di gioia e libertà.

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