No ai tagli al sociale, la protesta dei sindaci contro la Regione

Davanti a tagli dal 30 al 70 per cento, i sindaci abruzzesi scenderanno in strada, domani a Pescara, per protestare contro la Regione: "Sbagliato scaricare i costi della crisi su i più deboli"

PESCARA. Hanno deciso di scendere in strada i sindaci d'Abruzzo e i rappresentanti di Ambiti sociali, cooperative e operatori, per manifestare contro i tagli a disabili e anziani decisi dalla Regione per motivi di bilancio. Il tam-tam è iniziato da giorni e domani mattina (ore 11) la protesta sfocia sotto la sede della Regione in viale Bovio. I sindaci porteranno i gonfaloni dei loro comuni.

Considerato l'interesse generale e soprattutto le ripercussioni che avrebbero i tagli sulle fasce sociali, la protesta non dovrebbe avere collocazione politica, anche se poi a promuoverla sono due rappresentanti del centrosinistra: il sindaco di San Salvo Gabriele Marchese, presidente dell'Ambito sociale 26 costa sud e Antonio Innaurato, sindaco di Gessopalena, e presidente dell'Ambito sociale Aventino.

«Chiediamo che il governo regionale ripensi a tale scelta che sarebbe dannosa per l'intera comunità abruzzese», mettono subito in chiaro ricordando che è stato anche richiesto un incontro al presidente della giunta regionale Gianni Chiodi, all'assessore alle Politiche sociali Paolo Gatti, al presidente del consiglio regionale Nazario Pagano e a tutti i capigruppo consiliari.
La manifestazione giunge a seguito dei tagli operati alla spesa sociale nei confronti degli Enti d'ambito che vanno da un minimo del 35% ad un massimo del 70%. Per sindaci e operatori ciò significa tagliare i servizi alle persone bisognose, ai portatori di handicap, agli anziani, all'infanzia, a tutti coloro cioè che hanno bisogno di tutela e protezione sociale. «La Regione in questo modo scarica i costi della crisi sulle fasce sociali più deboli con pesanti tagli al lavoro e all'occupazione», è il messaggio che ha messo in moto la protesta.

Il problema dei tagli nasce anche dal fatto che in questi giorni gli Ambiti sociali regionali si apprestano ad approvare il Piano di zona 2011/2013 e che a causa dei tagli trovano enormi difficoltà per garantire quanto costruito nel campo sociale negli anni precedenti.
«I Comuni dovrebbero compensare con risorse del bilancio i tagli operati dalla Regione, fondi che, purtroppo, non sono nelle disponibilità degli Enti», fa notare Gabriele Marchese. A Chiodi e a Gatti i sindaci hanno intenzione di chiedere di tornare ad essere «nella centralità dell'azione politica regionale», «onde evitare», aggiungono, «tagli ai servizi rivolti ai cittadini meno ambienti e creare ulteriore disoccupazione fra gli operatori che da anni si occupano dei problemi sociali». L'auspicio di operatori e primi cittadini è che possano avere un «sereno confronto» con governatore e assessore. (a.mo.)

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