Nuovi ospedali, il Pd si rivolge alle procure

D'Alessandro: pressioni sui sindaci, se Chiodi non chiarisce lo farà la magistratura

PESCARA. «Sulla vicenda della presunta costruzione di possibili futuri nuovi ospedali in Abruzzo sono pronto ad azioni eclatanti. Se non avrò risposte da Chiodi mi rivolgerò direttamente alla Procure competenti per territorio chiedendo di essere ascoltato».
Secondo Camillo D'Alessandro, c'è molto da chiarire in almeno quattro dei cinque nuovi ospedali che dovrebbero esere costruiti in Abruzzo: quelli di Lanciano, Vasto, Giulianova, Sulmona e Avezzano.

Per chiarirlo, il capogruppo dei consiglieri regionali del Pd ha intenzione di rivolgersi alla magistratura. «Oggi (ieri per chi legge ndr) ho scritto al presidente della Regione, Gianni Chiodi e al presidente della commissione Sanità, Nicoletta Verì: se entro 15 giorni non sarà resa disponibile tutta la documentazione sull'iter in corso per la costruzione dei nuovi ospedali, compreso il carteggio tra Regione e manager delle Asl, mi rivolgerò direttamente alla procure competenti per territorio chiedendo di essere ascoltato».

«A febbraio di quest'anno», dice D'Alessandro, «il consiglio regionale ha votato all'unanimità una risoluzione che impegnava Chiodi a portare tutte le carte in commissione Sanità. Dopo otto mesi non è giunto nulla e intanto sui territori si convocano conferenze di servizi e si modificano i piani regolatori».

L'Abruzzo, spiega il capogruppo del Pd, dispone di fondi per la costruzione di tre soli nuovi ospedali, circa 80 milione per presidio. Nonostante questo, aggiunge D'Alessandro, si è deciso di farne cinque, «ma i soldi non bastano. Per farvi fronte si è messo in campo la logica della "pistola puntata sulla tempia"».

«Vuoi l'ospedale nuovo? Bene, cambia la destinazione d'uso degli attuali siti dei presidi ospedalieri attraverso la pretesa di varianti urbanistiche per la valorizzazione e la commercializzazione delle aree e su un altro sito si realizzerà il nuovo ospedale», sostiene l'esponente del Pd.

«I manager di alcune Asl», prosegue D'Alessandro, «sulla base di non si sa quale atto a monte e quindi di quale legittimazione stanno scrivendo ai sindaci chiedendo loro l'individuazione di nuovi siti e la richiesta di modifiche urbanistiche sugli ospedali da rottamare, per trasformarli in uffici e appartamenti o altro ancora».

Tutto questo porta il consigliere regionale del Pd a porre alcune domande: «Chi sta decidendo su questa materia?. Certamente non può farlo il commissario alla Sanità, Chiodi, a cui è impedito, come chiarito da Tar e Consiglio di Stato, il potere della programmazione, che rimane di competenza del consiglio regionale che è commissariato esclusivamente sul Piano di rientro, non su altro. Ma il consiglio non si è mai occupato della vicenda, è impedito finanche ad avere le carte. Dunque, chi ha autorizzato i manager delle Asl a richiedere varianti ai piani regolatori e convocare conferenze di servizio per individuare nuovi siti?».

E ancora: «I nuovi ospedali non si faranno fino a quando non si cedano le aree ai privati, con quanto tempo? Dove sta scritto che il ricavato della dismissione delle aree basta a sopperire alla mancanza di risorse per la costruzione dei cinque nuovi ospedali?».

«Se non ci saranno risposte a queste domane», conclude Camillo D'Alessandro, «chiederò alle procure di trovarle, prima che si perdano i soldi per i nuovi ospedali».

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