Occupati, Abruzzo leader nel Sud

Tasso di disoccupazione inferiore a quello delle altre regioni meridionali

PESCARA. Nel 2009, nella classe di età tra i 15 e i 64 anni il tasso di occupazione si attesta a livello nazionale al 57,5 per cento con una flessione di 1,2 punti percentuali su base annua: un valore inferiore di oltre sette punti percentuali rispetto alla media dell’Unione europea (64,6 per cento). In Abruzzo il tasso di occupazione - che è dato dal rapporto fra occupati e popolazione - è al di sotto della media nazionale, al 55,7 per cento. Sono alcune delle cifre contenute dalla «Rilevazione delle forze di lavoro» relativa al 2009 pubblicata ieri dall’Istat, l’Istituto nazionale di statistica.

Dal rapporto emerge un dato positivo per l’Abruzzo che risulta essere stata, nel 2009, l’unica regione del Mezzogiorno a presentare una percentuale di occupati nell’industria (30,3 per cento) superiore a quella della media nazionale, il 29,2 per cento.
Seppur di poco, sono inferiori alla media nazionale, invece, le percentuali relative all’Abruzzo di occupati nell’agricoltura (3,6 contro il 3,8 per cento degli occupati) e nei servizi (66,1 contro il 67 per cento).

Altri dati interessanti, invece, riguardano il tasso di disoccupazione per gli abruzzesi compresi fra i 15 e i 24 anni. Il tasso di disoccupazione è del 24 per cento, di 1,4 punti inferiore alla media nazionale (la più bassa fra quelle delle regioni del Meridione). Per i maschi abruzzesi il tasso di disoccupazione è del 19,2 per cento contro il 23,3 della media nazionale; mentre è negativo il dato relativo alle donne: il 32,6 per cento contro il 28,7 della media nazionale.

Tutti negativi, se raffrontati alle medie nazionali, sono i dati sul tasso di inattività per gli abruzzesi compresi fra i 15 e i 64 anni. Il tasso complessivo è del 39,3 per cento (la media nazionale è del 37,6). Il tasso relativo agli uomini è del 26,9 contro il 26,3 della media italiana. E’, invece, più marcata la distanza rispetto alla media nazionale per le donne. Il tasso di inattività per le abruzzesi, infatti, è del 51, 7 per cento contro un 48,9 per cento italiano.

Qual è, secondo l’Istat, la situazione nel resto d’Italia? A livello regionale il tasso di occupazione più elevato si registra in Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige (68,5 per cento in entrambi i casi) e Valle d’Aosta (67); quello pi basso in Campania (40,8), Calabria (43,1) e Sicilia (43,5).

Sul fronte dell’occupazione femminile i tassi più elevati si presentano in Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta; nelle prime due regioni si segnalano i tassi più alti anche per gli uomini. In tutte le regioni meridionali i tassi di occupazione delle donne sono contenuti e, in ogni caso, inferiori al dato medio nazionale.

In Campania, Sicilia, Puglia e Calabria si stima che la quota delle donne occupate tra i 15 e i 64 anni sia inferiore alla metà di quella dell’Emilia-Romagna.
A livello settoriale, le regioni con la quota maggiore di occupati in agricoltura sono la Calabria (9,5 per cento sul totale occupati della regione), la Puglia (8,7), la Basilicata (7,6), la Sicilia (7,2) e il Molise (6,9).
Nel settore industriale la quota di occupati più elevata si registra nelle Marche (40,3), nel Veneto (38,3) e in Lombardia (35,6). Nei servizi, infine, il Lazio (79,1), la Liguria (78,1), la Sicilia (74,7) e la Sardegna (73,5) presentano la quota pi consistente di occupati, a fronte di una media nazionale del 67 per cento.

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