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Opzione Donna La nuova versione della riforma

PESCARA . La Fondazione Studi Consulenti del Lavoro spiega la riforma pensionistica, per quanto riguarda l’Opzione Donna. La riforma prevede una nuova finestra per l’accesso a opzione donna, facendo...

PESCARA . La Fondazione Studi Consulenti del Lavoro spiega la riforma pensionistica, per quanto riguarda l’Opzione Donna.
La riforma prevede una nuova finestra per l’accesso a opzione donna, facendo ancora salva la possibilità, per chi avesse maturato i vecchi requisiti entro il 2015 (57 anni di età per le lavoratrici private, 58 per le autonome con 35 anni di contributi), di continuare a esercitare tale diritto.
Questa nuova versione, richiede 58 anni per le lavoratrici del settore privato, 59 per le autonome e sempre 35 anni di contributi entro il 2018.
Entro quando vanno maturati i nuovi requisiti?
Il requisito anagrafico (58 o 59 anni di età) e quello contributivo di 35 anni di contributi vanno maturati entro il 31.12.2018, mentre le finestre possono decorrere anche successivamente.
Quanto durano le finestre? Sempre 3 mesi?
Le finestre di opzione donna sono pari a 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e a 18 mesi per le lavoratrici autonome, al termine delle quali decorre l’assegno pensionistico. Anche un solo contributo in una gestione autonoma comporta l’applicazione della finestra di maggiore durata di 18 mesi, nonché della maggiore età anagrafica .
Le decurtazioni dimezzano l’assegno?
Chi sceglie opzione donna vedrà applicato integralmente il metodo contributivo alla propria pensione, anche in presenza di 18 anni di contributi al 1995. Ciò comporta, in carriere con retribuzioni che registrino un incremento spiccato negli ultimi anni, una penalizzazione rispetto alle caratteristiche di calcolo del metodo retributivo o misto. Il decremento viene stimato di solito fra il 20% e il 40%.