Orso, in Abruzzo la convivenza tiene

In Trentino è allarme per la presenza del plantigrado, qui si festeggia lo sconfinamento sulla Maiella

ISERNIA. Questa senza dubbio è stata l’estate dell’orso. E non solo per l’Abruzzo. Le vicende del plantigrado hanno riempito le pagine dei quotidiani nazionali per lo scompiglio che ha portato nei pascoli del Trentino e del Veneto, dove molti allevatori hanno abbandonato le malghe e caricato gli animali sui camion per evitare l’assalto dell’orso, oppure hanno acceso fuochi di notte per tenerlo lontano. È ripartita in quelle regioni anche la campagna per la caccia all’orso, mentre altri si mobilitano per salvare mamme e cuccioli sbandati.

Un dibattito lontano dall’Abruzzo e in particolare dall’area del Parco nazionale, dove la convivenza tra uomo e specie protette è diventato «un modello». Lo ha detto il comandante provinciale del Corpo Forestale dello Stato di Isernia, Luciano Sammarone, commentando appunto quanto avvenuto in Trentino, dove un'orsa ha aggredito un uomo. «Gli orsi» ha aggiunto Sammarano «aggrediscono solo quando si sentono minacciati. In Italia, tranne che sull'Appennino centrale, gli orsi, come gli altri animali predatori, sono stati abbattuti. Da noi, in Abruzzo e Molise, per secoli la gente ha convissuto con orsi e lupi e rispettando le regole e con l'utilizzo ragionale del territorio, si pensi alla transumanza». «Oggi attraverso il Pnalm si aggira» aggiunge ancora Sammarone «l'orsa Gemma che non ha mai attaccato nessuno. Siamo un esempio di convivenza e di civiltà, un modello da esportare. Chi si approccia alla montagna deve sentirsi ospite e comportarsi secondo le regole del posto in cui si trova». Intanto fa notizia l’avvistamento dell’orso verso la Maiella, nei territori di Pettorano Sul Gizio, Rocca Pia, Cansano, Campo di Giove, Pescocostanzo, Roccaraso-Pietransieri. Secondo il Parco la frequentazione di questa parte di territorio non è un fenomeno recente, anche nel passato ci sono stati costantemente avvistamenti di orsi provenienti dal Parco d'Abruzzo. Anche se negli ultimi tempi la presenza appare più stabile e più ampia, così come dimostrano i numerosi avvistamenti. «Una presenza più stabile degli orsi in questa parte di territorio è sicuramente un fatto estremamente positivo» dicono dal Parco «che ci fa prefigurare la possibilità di considerare più ampio l'areale frequentato dall'orso stabilmente».