Papa Giovanni Paolo IICampo Felice per anniprincipale meta per sciare

Il 1981 è stato l'anno dell'attentato in piazza San Pietro. Nel 1982 prime testimonianze ufficiali delle gite private

L'AQUILA. Gli articoli che saranno pubblicati fino al primo maggio, giorno della beatificazione di Giovanni Paolo II in piazza San Pietro da parte di Benedetto XVI, sono tratti dal libro «Giovanni Paolo II e l'Abruzzo». Il libro (editrice Graphitype) scritto da Giustino Parisse, caporedattore del Centro ripercorre in oltre 300 pagine con decine di testimonianze e documenti le visite pubbliche e private del Papa polacco in Abruzzo. Oggi si raccontano in particolare gli anni 1981 e 1982.
Il 1981 fu l'anno dell'attentato in piazza San Pietro. Nel 1982 tante gite private a Campo Felice per sciare.

di Giustino Parisse

Dalla documentazione raccolta, nel 1981 non risultano "contatti" fra Giovanni Paolo II e l'Abruzzo. Non dobbiamo però dimenticare che il 1981 è l'anno dell'attentato contro il Pontefice in piazza San Pietro. L'episodio, che fece restare tutto il mondo con il fiato sospeso, avvenne il 13 maggio. Il Papa fu raggiunto da un colpo di pistola sparato dall'attentatore Alì Agca che subito dopo fu arrestato. Il Papa passò molti dei mesi successivi all'attentato a curarsi e a riprendere vigore fisico tanto che solo il 7 ottobre fu in grado di tenere una udienza generale in piazza San Pietro.

Il 4 dicembre del 1981 ci fu la visita "ad limina apostolorum" degli arcivescovi e dei vescovi della conferenza episcopale d'Abruzzo e Molise. Ecco stralci del discorso che il Santo Padre rivolse in quella occasione ai vescovi: «Sono veramente lieto di accogliere oggi voi tutti, Arcivescovi e Vescovi della Conferenza Episcopale d'Abruzzo e Molise, convenuti a Roma per pregare insieme sulla Tomba di san Pietro e per incontrarvi col suo successore, in visita "ad limina". Nel rivolgervi il mio affettuoso saluto, guardo a voi non solo come a carissimi fratelli nell'Episcopato, ma anche come a guide spirituali di due Regioni italiane note per le loro bellezze naturali e per le profonde ed antiche tradizioni religiose e morali. La mia gioia nel vedervi accanto a me è motivata anche dai cari ricordi personali: non posso dimenticare i miei incontri con le "forti e gentili" popolazioni d'Abruzzo, in occasione della mia visita, in forma privata, durante l'Anno Santo del 1975, al Santuario del Miracolo Eucaristico in Lanciano e nel pellegrinaggio apostolico a L'Aquila per venerare le spoglie mortali di San Bernardino, nel sesto centenario della sua nascita. In quella circostanza ho pregato anche davanti all'urna del mio predecessore san Celestino V il quale, nato nel Molise, ad Isernia, e vissuto per lo più in Abruzzo, unisce idealmente le due Regioni. Che cosa devo raccomandarvi, venerati fratelli, in questo incontro così importante e significativo? Ho già detto che il popolo abruzzese e molisano è fortemente attaccato alla sua fede cristiana, ereditata da Roma fin dal IV e V secolo. Bisogna fare di tutto per conservare ed onorare tale tradizione religiosa. La devozione verso i santi del luogo: san Gabriele dell'Addolorata, san Camillo de Lellis, san Francesco Caracciolo, san Giovanni da Capestrano - quest'ultimo molto venerato anche in Polonia - è garanzia per la salvaguardia della fede e stimolo a vivere in pienezza le esigenze del Vangelo. Questi esempi domestici di vita eroicamente vissuta per il Regno di Dio vanno debitamente ravvivati mediante una assidua opera di evangelizzazione e di catechesi... La Vergine santissima tanto venerata e frequentata nei numerosi Santuari a Lei dedicati nell'Abruzzo e nel Molise vi assista sempre nel vostro impegno pastorale. E la mia speciale benedizione scenda su di voi, quale pegno di abbondanti grazie celesti, e in segno della mia particolare benevolenza».

LE GITE A CAMPO FELICE.
Il 1982 è il primo anno in cui troviamo una traccia basata su una testimonianza della presenza di Papa Giovanni Paolo II in Abruzzo. Quella del 1979 era una notizia giornalistica rimasta senza conferme. In una intervista alla giornalista Monica Pelliccione del settembre 2004 l'allora direttore della stazione sciistica di Campo Felice, Federico Gialloreti, ricorda che il Pontefice era stato a Campo Felice una prima volta nel 1982 e poi negli anni successivi. E in effetti ricostruendo tutta la vicenda relativa alle visite private del Papa in Abruzzo appare chiaro che la scelta iniziale fu quella di Campo Felice e per motivazioni che non hanno certo nulla di misterioso. Per arrivare a Campo Felice da Roma è necessaria un'ora. Anzi se teniamo conto solo del percorso autostradale dal casello di Roma a quello di Tornimparte se si va a buona andatura ci vuole circa mezzora. L'uscita della A24 a Tornimparte consente di dirigersi direttamente alle piste da sci senza passare per centri abitati. I dirigenti della stazione di Campo Felice venivano avvertiti dell'arrivo del Papa pochissimo tempo prima, solo per avere il modo di organizzare tutto per evitare che il Papa fosse costretto a sciare in mezzo agli altri turisti che lo avrebbero sicuramente riconosciuto e quindi poteva crearsi anche un problema di ordine pubblico. Senza dimenticare poi l'assalto dei media di mezzo mondo che non si sarebbero certo fatti scappare l'occasione per immortalare il Papa sugli sci. Gialloreti ricorda come Karol Wojtyla «sciava per ore sulla pista degli Innamorati, qualche discesa e si fermava a riprendere fiato. Dopo pranzo stendeva una coperta di lana sulla neve e schiacciava un pisolino, appoggiato a un albero. All'imbrunire scendeva a valle, sulla piana, risaliva in auto e via verso Roma. In una sola occasione, zuccotto di lana in testa e occhiali, si è mescolato fra la folla senza però essere riconosciuto».

La segretezza delle visite private è una delle cose che gli uomini di scorta al Papa hanno sempre chiesto ai dirigenti delle stazioni sciistiche. E va detto che nessuno mai si è fatto tentare dal rivelare il segreto almeno fino alla ripartenza per Roma dell'illustre ospite. I giornalisti locali nonostante abbiano tentato a lungo di ingraziarsi qualcuno che poteva sapere in tempo reale delle visite del Papa, con l'obiettivo dello scoop mondiale, non sono mai riusciti a piombare nelle varie stazioni con il Papa ancora presente e si sono dovuti sempre accontentare di racconti di seconda mano.

Tra l'altro uno dei motivi che convinse l'entourage di Giovanni Paolo II a spostarsi da Campo Felice a Ovindoli e poi sul Gran Sasso (anche se in realtà il Papa non ha mai abbandonato del tutto Campo Felice), fu proprio la consapevolezza che, andare sempre in uno stesso posto, alla fine avrebbe insospettito qualcuno e addio segretezza. Il proprietario della stazione di Campo Felice nel 1982 era il cavaliere del lavoro Aldo Iacovitti il quale nel settembre del 2001 ha fatto porre a Rocca di Cambio una grossa statua della Madonna proprio per ricordare le tante visite del Pontefice.

BEATO SALVATORE.
Nel 1982, Papa Wojtyla beatifica Salvatore Lilli da Cappadocia, morto martire nel 1895. Salvatore Lilli (1853-1895) nacque a Cappadocia (L'Aquila) da una famiglia di commercianti che trasportava carbone e legna a Roma. In giovane età fu avviato agli studi e a 18 anni, entrato nell'Ordine francescano, fece il noviziato ove il sei agosto 1871 professò la regola francescana.
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