Papa Giovanni Paolo IINel 1979 la prima gitasulle montagne aquilane

La notizia fu lanciata da una agenzia di stampa
Da allora sono state decine le «fughe» in Abruzzo

L'AQUILA. Gli articoli che saranno pubblicati fino al primo maggio, giorno della beatificazione di Giovanni Paolo II in piazza San Pietro da parte di Benedetto XVI, sono tratti dal libro «Giovanni Paolo II e l'Abruzzo». Il libro (editrice Graphitype) scritto da Giustino Parisse, caporedattore del Centro, e pubblicato nel 2005 poche settimane dopo la morte del Pontefice, ripercorre le visite pubbliche e private del Papa polacco in Abruzzo. Oggi, in particolare, partendo dai due conclavi del 1978 (in agosto fu eletto Giovanni Paolo I e in ottobre Giovanni Paolo II) si arriva al 1979 quando una agenzia di stampa diffuse la notizia di una gita privata del Papa sul Gran Sasso.

di Giustino Parisse

Il cardinale Karol Wojtyla venne eletto Papa il 16 ottobre del 1978, dopo il breve pontificato di Giovanni Paolo I, il cardinale patriarca di Venezia Albino Luciani.
GIOVANNI PAOLO I. L'elezione di Albino Luciani avvenne il 26 agosto del 1978, una data che è rimasta ben scolpita nella mente di chi scrive. In quell'anno avevo "conquistato" il diploma e come premio da parte dei miei genitori avevo ottenuto di trascorrere un fine settimana a Roma in compagnia di un coetaneo, Biagio Maragni, che abitava normalmente nella capitale ma che d'estate tornava in Abruzzo per un periodo di vacanza nella casa dei nonni. Quel viaggio a Roma doveva avvenire a fine luglio ma era stato poi continuamente rinviato. Il 25 agosto del 1978, un venerdì, avevo assistito in televisione in diretta all'ingresso dei cardinali nella cappella Sistina.

La sera l'amico romano mi disse che il giorno dopo lui sarebbe tornato a casa nella Città eterna e mi chiese se potevo accompagnarlo. Arrivammo poco prima delle 18 e mi venne spontaneo domandare: ma quanto tempo ci vuole per arrivare in Piazza San Pietro? La risposta fu: con l'autobus una ventina di minuti. Quel pomeriggio Roma era relativamente deserta, si era ancora nel clou delle vacanze. Così salimmo su un paio di autobus e giungemmo fino al ponte sul Tevere a due passi da Castel Sant'Angelo. A quel punto decidemmo di andare a piedi verso San Pietro totalmente ignari di quello che stava accadendo fra le sacre mura. Tra l'altro vedevamo tanta gente che si allontanava dal Vaticano e qualcuno ci disse che, ancora una volta, il fumo che doveva segnalare l'avvenuta elezione del Papa era stato nero e non bianco (in realtà in quella occasione ci fu un po' di confusione da parte di chi armeggiava la stufa dove si bruciano le schede). Comunque noi andammo avanti lo stesso. Entrammo non da via della Conciliazione ma da una strada laterale per cui arrivammo sulla piazza passando sotto il porticato. Avevamo appena messo piede nella piazza che una voce potente si diffuse dall'impianto di amplificazione: "Attenzione", sentimmo e subito dopo: "fra poco si aprirà il balcone centrale della basilica". Una emozione fortissima ci prese, corremmo verso il cuore della piazza insieme a migliaia di persone e lì rimanemmo ad attendere. In quel momento ci sentimmo al centro del mondo e non solo di quello cattolico. Vicino a noi, in attesa anche loro, c'erano tre suore. Tutti eravamo con lo sguardo verso il balcone da dove spuntò un cardinale (che dopo individuammo nel cardinale Pericle Felici) il quale diede l'annuncio. Felici pronunciò per primo il nome in latino: "Albinum" e intorno a noi sentimmo un mormorio, poi fu pronunciato il cognome: "Luciani". Ammetto che per me, 18enne, quel nome era sconosciuto. Ma una delle tre suore accanto a noi esclamò con accento veneziano: hanno eletto il prete nostro. Da lì capimmo che era diventato Papa Albino Luciani, patriarca di Venezia che dopo un po' si affacciò per salutare la folla. Come tutti sappiamo il pontificato di Giovanni Paolo I durò lo spazio di un mese.

GIOVANNI PAOLO II.
Quando il 16 ottobre fu eletto al soglio di Pietro il cardinale di Cracovia Karol Wojtyla non mi trovavo in Piazza San Pietro, seguii però l'avvenimento in televisione e le emozioni di quella sera mi furono raccontate da quel mio amico romano che invece non volle mancare all'appuntamento con la storia: l'elezione di Giovanni Paolo II.

LA MONTAGNA.
Che Giovanni Paolo II fosse appassionato dello sci e della montagna non era certo una cosa nota a tutti. Solo chi lo conosceva bene sapeva che anche da Papa difficilmente avrebbe rinunciato a qualche ora all'aria aperta.

Chi gli è stato accanto per tantissimi anni è monsignor Stanislaw (italianizzato in Stanislao) Dziwisz. Al momento dell'elezione don Stanislao aveva 34 anni e già da 13 anni era la persona più fidata del nuovo Papa. Chi ha avuto il privilegio di assistere il Papa nelle sue "scappatelle" in Abruzzo per sciare (o addirittura ha sciato con lui) ricorda con particolare piacere proprio don Stanislao, un uomo aperto "molto alla mano" come lo ha definito Berardino Scimia, ex direttore del Centro turistico Gran Sasso e uno degli uomini più vicini al Papa quando Giovanni Paolo II ha fatto visite private per sciare nella zona di Campo Imperatore.

L'ABRUZZO.
Il motivo per cui il Papa ha scelto le montagne abruzzesi per trascorrere qualche ora fuori dal Vaticano è fin troppo facile immaginare. Il primo motivo, forse quello più importante è che in Abruzzo ci sono le principali stazioni sciistiche del centro sud e, cosa da non sottovalutare Campo Felice e Campo Imperatore sono raggiungibili in un'ora circa attraverso l'autostrada A24. Come sappiamo per le sue vacanze ufficiali Giovanni Paolo II ha scelto soprattutto il Trentino e la Val d'Aosta. L'Abruzzo doveva essere un piccolo segreto, un rifugio dai tanti impegni che, anche per un Papa giovane e pieno di salute, come Karol Wojtyla era nel 1979, necessitavano di qualche ora ogni tanto di riposo e meditazione.

LA PRIMA NOTIZIA.
La prima volta che si parlò del Papa "sorpreso" a sciare sul Gran Sasso fu nella primavera del 1979. L'Agenzia Italia che aveva ed ha una sua sede nel capoluogo d'Abruzzo "lanciò" come si dice nel gergo giornalistico, una notizia di poche righe: il Papa ha sciato sul Gran Sasso. Responsabile dell'Agenzia Italia in quell'epoca era Gianfranco Colacito giornalista sempre ben informato grazie alle sue tante fonti sparse sul territorio. E quello non fu il solo scoop di Colacito sul Papa in Abruzzo.

La notizia, come scrive lo stesso Colacito nel volumetto "Il bianco e l'azzurro" che ricorda la visita ufficiale del Papa sul Gran Sasso nel 1993 "non ebbe conferme, ma neppure precise smentite". L'allora direttore del Centro turistico Gran Sasso (in carica dal 1974 al 1992), Ferdinando Giusti, contattato da chi scrive, ha detto di non ricordare visite del Papa negli anni precedenti il 1985. Ma che Giovanni Paolo II possa essere stato sul Gran Sasso nel 1979 è molto più che una ipotesi. Non è nemmeno da escludere che la vera tappa della sua visita fosse stata in realtà Campo Felice, la località che il Papa aveva inizialmente scelto per sciare. Resta comunque il fatto che quella notizia, non smentita da nessuno, fece il giro del mondo. E a dire il vero il Vaticano quasi mai ha confermato o smentito le gite private del Santo Padre. In una sola occasione la radio Vaticana (peraltro depistando i giornalisti) ha parlato ufficialmente di una gita del Pontefice sul Gran Sasso (e questo avvenne nel 2003 quando in realtà Karol Wojtyla si era recato a Campo Felice e non sul Gran Sasso).

Quelle poche righe di agenzia inaugurarono una lunga serie di notizie sulle visite private del Papa in Abruzzo e in particolare nella provincia dell'Aquila.

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