Partite truccate, usura e debiti per migliaia di euroEcco il giro sporco dietro al calcio scommesse

Assegni in mano agli strozzini e partite truccate per recuperare soldi con le scommesse. L'inchiesta sul calcio truccato porta a Pescara, dove agiva il presunto capo dell'organizzazione, Massimo Erodiani, che si difende: "Io protagonista solo per riavere i miei soldi". E nelle intercettazioni spunta un misterioso "Sebastiano"

PESCARA. Un debito di «centomila euro» per le scommesse, un assegno finito «in mano agli strozzini» e «Sebastiano». Da un triangolo di telefonate intercettate tra il pescarese Massimo Erodiani, il portiere della Cremonese Marco Paoloni e la moglie Michela Spinelli spuntano un giro di soldi impressionante e il pericolo dell'usura. E per la seconda volta, dalle 611 pagine dell'ordinanza, ricompare «Sebastiano» tra strozzini e soldi.

IL RITRATTO Erodiani, l'ex portiere che ama le schedine

CHI È «SEBASTIANO»
Non è chiaro se sia lo stesso «Sebastiano» citato in un'altra intercettazione che tira in ballo il Pescara: nel progressivo 2393 emerge un tentativo di condizionare una partita dei biancazzurri e si dice che «chi viene a Pescara è disposto a perdere» per centomila euro. Erodiani, ex portiere di calcio a 5, racconta: «Io mi sono mosso, la società del Pescara è irraggiungibile: dicono persone che sono vicine che queste cose non le fanno. Ok, non so fino a quanto è vero perché m'hanno detto che mo' Sebastiano che è il d.g. (direttore generale, ndr) è attaccato a Lotito, sappiamo che Lotito quello che fa». La domanda è: chi è «Sebastiano»?

IL DEBITO
Più di centomila euro: è la cifra che Paoloni, ossessionato dalle giocate, deve a Erodiani, il pescarese che tira le fila del calcioscommesse. Del debito si parla nell'ordinanza e per non pagarlo Paoloni inventa a Erodiani la storia di un'indagine: una profezia che, però, si avvera e sfocia nei 16 arresti.

Dei soldi, Erodiani ha parlato anche ieri nell'interrogatorio con il gip Guido Salvini: Erodiani ha raccontato di essere entrato nell'affare «per recuperare un credito da un giocatore scommettitore», come ha detto l'avvocato Giancarlo De Marco fuori dal tribunale di Cremona.

LA TELEFONATA
Nel progressivo 821 c'è la telefonata del 21 marzo scorso tra Paoloni ed Erodiani.

Paoloni
: Ci sta l'ufficio Indagine oggi e mi hanno preso.
Erodiani: Eh? Che cosa hanno preso?
Paoloni: Eh, a me. Ho il telefono sotto controllo.
Erodiani: Eh, avrò pure il mio sotto controllo.
Paoloni: Per forza, se sono venuti lì e mi hanno detto noi sappiamo tutto: lei e non solo lei, passate tanti guai.

LO SFOGO CON LA MOGLIE
Due minuti dopo, alle 17,43, Paoloni fa un'altra telefonata e chiama la moglie. Il progressivo 6183 riporta la trascrizione di una conversazione che finisce con il pianto del portiere.

Paoloni
: Ho chiamato Massimo (Erodiani, ndr), gli ho detto io non voglio sapere più niente.
Spinelli: E lui ti ha minacciato?
Paoloni: No, gli ho detto è successo un casino, che sono venuti l'ufficio indagine prima della partita. E lui si è cagato sotto davvero perché gli ho detto che c'ho il telefono sotto controllo e sanno tutto di me, di te, tutto e lì si è cagato sotto. Io gli ho detto, però, la situazione la voglio risolvere, gli ho detto stasera parlo con mio suocero. Però, da oggi in poi, io non ti voglio più sentire, gli ho detto.
Spinelli: E lui?
Paoloni: E lui che poteva dire, se va bene è così e s'è cagato sotto.
Spinelli: Va bene, ok, senti una cosa: io gli voglio dare i soldi non è che me li voglio tenere, a me non me ne frega un cazzo se glieli devo dare glieli do ma io non gli do una lira in più e poi Marco basta.

GLI STROZZINI
La conversazione prosegue e si parla di soldi, di persone pericolose e strozzini, forse di Pescara. Secondo il gip, Erodiani ha in mano almeno un assegno in bianco firmato da Spinelli.

Spinelli
: Se davvero ci sono di mezzo quelle persone lì, ma come fai? Devi venir qua, mi devi dire tutto e tocca valutare le cose, oh Ma, si va lì e ci si incontra: se i soldi gli si deve dà gli si dà, poi, gli dai indietro gli assegni e non ci siamo nè visti nè sentiti.
Paoloni: Ma lui vuole di più, lui vuole cento e rotti.
Spinelli: Quanto? E quelli che gli hai dato prima?
Paoloni: Lui vuole centomila euro.
Spinelli: E quelli di prima? Cioè tu fino a mo' non gli hai dato una lira? Ma tutti i soldi che gli abbiamo dato?
Paoloni: Non gliel'ho dati, non gliel'ho dati.
Spinelli: Io so che gliel'hai dati, ce l'ho scritto.
Paoloni: Non gliel'ho dati.
Spinelli: E quindi? Come famo? Gli do 50 ma come è possibile che ancora cento? Cioè prima erano 77 e mo' sono lievitati, vabbè. E quelli di prima che erano interessi?
Paoloni: Non lo so.
Spinelli: Non lo sai? Dai vieni a casa va. Se gli va bene, se gli va bene, quello che gli posso dare è quello: cioè massimo arrivo a 50, ti do quello e non ce l'ho, andiamo giù, sì andiamo là. A me non me ne frega un cazzo, mo' lo chiamo e io quando arrivo là dico adesso ci vediamo dove sei? E andiamo noi da lui senza che devi fare, andiamo prima, ci si va: andate con Mauretto, che cazzo ne so, con mi padre. Così si chiude sta' storia e basta: se sono queste persone, Marco, se è come mi ha detto lei, stasera tu non gli devi dà manco per niente e tu me lo devi dire però perché lui mi ha detto, lei m'ha detto, che tu sei andato da delle persone a Pescara.
Paoloni: Ma io sono andato da lui. Ma se lui è andato da Sebastiano non lo so.
Spinelli: Ha detto che tu, ti ha dato un assegno di 5.000 euro e che ce l'hanno in mano degli strozzini, ce l'hanno in mano degli strozzini, mi ha detto. Faglielo incassare Marco, faglieli incassare tutti e, niente, tanto ormai io so' incasinato, incassali. Poi, non faccio più gli assegni e non me ne frega un cazzo.

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