Pescara vecchia, fiori per Luciano

Il giovane aggredito sarà dimesso: «Non ricordo nulla». Conoscevo le vie della movida ma non sapevo del problema dei rom Gioco a calcio e voglio tornare presto in campo

PESCARA. «Non ricordo nulla di quella notte, della sera dei pugni. Ma ricordo che quel giorno, invece di trascorrere il sabato sera a Foggia, io e i miei amici avevamo deciso di fare una passeggiata a Pescara dov’ero stato già un paio di volte, perché qui abbiamo molti compaesani». Luciano Zerrilli è seduto sorridente nel suo letto al primo piano del reparto di neurochirugia dell’ospedale di Pescara dove ha appeso il gagliardetto della Polisportiva Biccari, la squadra del suo paese in provincia di Foggia dove ha giocato come difensore centrale: «E in un anno ho segnato sei gol», puntualizza il giovane.

«PROBLEMA ROM».  E’ trascorso un mese dall’aggressione a Zerrilli, «da quella notte», come preferisce chiamarla, in cui il giovane di 22 anni è stato colpito, tra l’indifferenza di tanti, da due pugni di Claudio Spinelli, il rom subito arrestato grazie alle telecamere del locale Long Island e da quel giorno in carcere per tentato omicidio. «Conoscevo Pescara vecchia, corso Manthoné, via delle Caserme», racconta Zerrilli. «Sono le vie del divertimento, dove si riversano i giovani: questo sì, lo sapevo. Ma del problema che avete, degli zingari insomma, non ne sapevo nulla. Ma tornerò a Pescara, voglio salutare tutti, chi mi è stato vicino. Quello che è accaduto a me poteva succedere a chiunque, non ho nulla contro Pescara».

LA CONVALESCENZA
. Zerrilli sta molto meglio, sta seguendo un’intensa riabilitazione alle gambe e in settimana sarà dimesso dall’ospedale Spirito Santo e tornerà a casa. Per un periodo dovrà restare a Foggia, dove continuerà a fare la riabilitazione al tono muscolare in un centro di cura e, poi, potrà tornare nella sua casa a Biccari, il paese più grande dei monti della Daunia a 36 chilometri da Foggia. «Non vedo l’ora di tornare a giocare a calcio», dice Zerrilli, «vorrei fare il titolare nel Foggia, ma non più come difensore, ma come attaccante».

Un ragazzone alto, sorridente, che strabuzza gli occhi al pensiero di poter tornare alla sua passione, al calcio, e che non fa cenno al mese che è andato via, trascorso per metà in coma, in rianimazione e, una volta fuori pericolo, nel reparto di neurochirurgia dell’ospedale di Pescara.

«E’ stato un miracolo», continua a ripetere mamma Agnese che il giorno dopo l’aggressione, sorretta dai parenti, ripeteva: «Quello che è accaduto a Luciano non lo auguro a nessun figlio di mamma». La signora Agnese e il marito sono braccianti nel piccolo paese e, da quando il figlio è uscito dal coma, hanno ritrovato un’espressione più distesa. «Siamo lavoratori, gente semplice: ecco le mani segnate dal lavoro. Ho chiesto un miracolo alla Madonna, ho pregato tanto e la grazia mi è stata concessa», dice ancora la signora aggiungendo anche: «Gli stessi medici sono rimasti davvero stupiti dalla ripresa di Luciano».

MASCIA E TESTA.  E’ l’ora di pranzo e “Lucio”, come lo chiamano gli amici che hanno aperto il gruppo su facebook “Per Luciano” e su cui hanno scritto ininterrottamente, può ricevere visite. Nella stanza al primo piano bussano il sindaco di Pescara, Luigi Albore Mascia, e il presidente della Provincia Guerino Testa che, dal 21 marzo, si sono tenuti costantemente in contatto con la famiglia, informandosi sulle condizioni del figlio e offrendo ospitalità in albergo ai parenti.

«Luciano, come stai?», hanno domandato al giovane portandogli in regalo alcuni simboli dell’Abruzzo: una mattonella in ceramica di Castelli con impresse scene di vita abruzzese da parte di Mascia, il dolce La presentosa e due guide della provincia da parte di Testa.

«TIFERO' FOGGIA».  Pescara città accogliente, città ospitale: «Torna a trovarci, considerala la tua seconda città», hanno detto gli amministratori a Zerrilli.

Anche l’associazione Il popolo di Montesilvano ha incontrato Zerrilli e, informata sulle sue passioni, gli ha regalato una maglia del Foggia autografata dai giocatori. All’incontro hanno partecipato anche i volontari della croce rossa di Pescara che hanno soccorso il giovane la notte del 21 marzo.

«Adesso aspetto la maglia del Pescara calcio firmata dai giocatori» ha detto Zerrilli a Mascia e Testa. «Domenica c’è la partita Foggia-Pescara e la guarderò nel centro di cura di Foggia. Ma sindaco Mascia, la ringrazio di tutto, ma non mi chieda di tifare per il Pescara».

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