Piano casa, ok agli ampliamenti

Passa la riforma edilizia. Chiodi: dibattito civile per scelte condivise.

L’AQUILA. Aumento del 20% delle cubature delle case per un ampliamento massimo di 200 metri cubi che equivale a circa 70 metri quadrati. Abbattimento e ricostruzione di abitazioni con la possibilità di avere una premialità pari al 35% della cubatura, a patto che gli interventi siano fatti con tecniche di biodiversità, ossia rispettando criteri di sostenibilità energetico-ambientali. Anche l’Abruzzo ha il suo piano casa. Il consiglio regionale, dopo una intera giornata di discussione, ieri ha approvato a maggioranza la legge denominata “intervento regionale a sostegno del settore edilizio”, un provvedimento che recepisce l’intesa Stato Regioni. Ora i Comuni hanno 120 giorni di tempo per recepire o no a loro volta la norma. Si tratta di un piano casa applicabile al solo patrimonio abitativo.

Il coinvolgimento delle strutture turistiche, la possibilità del cambio di destinazione d’uso degli edifici ricostruiti ex novo e l’utilizzo dei sottotetti, previsti nel documento originario della maggioranza di centrodestra e che avevano fatto gridare allo scandalo il centrosinistra, sono state per ora accantonate. Il centrodestra le ripresenterà alla ripresa dell’attività dopo la pausa estiva in un provvedimento ad hoc, forse nell’ambito della legge urbanistica. All’approvazione a maggioranza nell’ultimo consiglio regionale dell’estate a favore ha votato il centrodestra, astenuti il Pd e l’Idv, contraria Rifondazione comunista si è giunti dopo una mediazione tra i due poli. Per il centrosinistra «il testo originario era speculatorio e di impatto devastante», ieri però ha retto l’intesa.

Al disgelo, voluto dal presidente della giunta Gianni Chiodi, la cui apertura è stata sottolineata dal centrosinistra, si è giunti dopo che il Pdl ha tolto misure come l’utilizzo dei sottotetti ed i cambi di destinazione d’uso di abitazioni ricostruite ex novo, sui quali aveva posto il veto il centrosinistra. In cambio le opposizioni hanno rinunciato alla strategia ostruzionistica. Ieri sera, al termine della seduta tutti hanno mostrato soddisfazione: anche se dietro le quinte non sono mancati mugugni nel centrodestra nel quale più di un consigliere è apparso contrariato per un piano casa stravolto. Nel centrosinistra che ha votato in maniera differente c’è stato un battibecco in aula tra il capogruppo del Pd, Camillo D’Alessandro, e quello di Rifondazione, Maurizio Acerbo, che ha accusato il collega di aver avuto il testo della legge un mese fa e di non aver scritto niente ma di aver fatto riunioni.

Nonostante la mediazione, dai banchi del centrosinistra sono state confermate le accuse di un provvedimento ad «uso dei costruttori». «Lungi dal fare regali ai costruttori e agli imprenditori, la legge va a beneficio dei cittadini e dell’occupazione e pone le basi per la ripresa economica di un settore trainante in un momento di crisi mondiale», ha spiegato il presidente Chiodi, «abbiano inaugurato una stagione di confronto e non di scontro con le opposizioni su temi molto importanti». Il capogruppo dell’Idv, Carlo Costantini, nel sottolineare il clima di grande collaborazione con la maggioranza, ha evidenziato l’esigenza di «governare i processi di trasformazione del territorio per prevenire il rischio di infiltrazione della criminalità organizzata, visto che secondo alcune stime in Abruzzo ci sarebbero 41mila unità abitative vuote e non utilizzate con il numero destinato a crescere, tenuto conto che la pianificazione urbanistica di molti Comuni continua a consentire il consumo del territorio e la nascita di palazzi che restano o invenduti o venduti, ma vuoti».

Per D’Alessandro, «la maggioranza ha dovuto prendere atto dell’impossibilità di approvare il testo iniziale, abbiamo proposto cambiamenti che riportano il piano casa al significato vero, di rispondere alle esigenze abitative delle famiglie». Per Rifondazione, Acerbo ha presentato un emendamento, approvato, per la predisposizione di un regolamento regionale per la bioedilizia. Il capogruppo del Pdl, Gianfranco Giuliante, ha osservato che è stata accettata la logica della discussione e della concertazione con lo stralcio di alcuni elementi perché la legge doveva essere approvata per creare opportunità e sviluppo.