Piccone lascia il partito di Alfano e torna al centrodestra

Il deputato di Celano si dimette da Alternativa Popolare: mai con il centrosinistra, non escludo un’esperienza a Bruxelles

CELANO. Addio Alternativa popolare, con il centrosinistra proprio no. Si consuma in un piovoso pomeriggio di novembre il commiato dell’onorevole Filippo Piccone dal partito di Angelino Alfano. A far traboccare la goccia dal vaso la decisione del partito di scegliere tra due strade: un’alleanza con il centrosinistra oppure andare da soli. La legge elettorale (il Rosatellum) che non concede grandi chance a chi non si allea induce a pensare che la scelta sia già stata fatta e la conferma arriva dallo stesso Piccone.
Onorevole, come mai questa decisione?
«Venerdì, durante la riunione della Direzione nazionale, la discussione è stata ulteriormente rimandata (al 1° dicembre ndr) ma si è sostanzialmente chiarito che con il centrodestra non ci sarà alcun accordo. Anzi, è trapelata la forte tendenza a fare un accordo con il centrosinistra».
Non le è andato giù questo percorso?
«Questo è esattamente l’opposto dei motivi fondanti per i quali questo partito si staccò da Forza Italia per creare una nuova forza di centrodestra, ma pur sempre collocata nell’area liberale. Stando così le cose mi sembra che sia giunto il momento che io mi faccia da parte ed esca da questo partito perché non riconosco più né gli obiettivi, né le alleanze, né le strategie politiche. Avendo per tempo avvisato tutti che io ero, sono e rimarrò un uomo liberale e di centrodestra, lo faccio per coerenza e per rispetto dei miei elettori, dei concittadini e di tutti coloro con i quali ho condiviso e condivido le mie battaglie politiche».
Cosa succederà ora? Dove si schiererà?
«Starò con il centrodestra».
Con chi esattamente? Il centrodestra è formato da varie anime.
«Sicuramente il mio voto, il mio appoggio politico o un’eventuale candidatura saranno in quell’area. Allo stato non ho alcun percorso disegnato, nessuna garanzia di candidatura, ma a prescindere starò in quell’area».
Cosa si immmagina che potrebbe accadere?
«Se qualche partito di centrodestra, Forza Italia in primis, riterrà che io possa dare un contributo come candidato lo farò, altrimenti sarò uomo di area e attivista politico».
Chi pensa che possa seguirla in questa sua decisione?
«Nei prossimi giorni riunirò tutti quelli che fanno parte della squadra con cui ho fatto politica negli ultimi anni per decidere con loro come muoverci. La scelta dipenderà anche da una riflessione interna al mio gruppo di lavoro, alla mia squadra».
L’onorevole Cesa è in odore di candidatura alle Politiche (si parla di un collegio blindato con Berlusconi) e in caso di elezione dovrà lasciare il Parlamento europeo. Lei è il primo dei non eletti. Immagina un periodo a Bruxelles?
«Se non sarò candidato alle Politiche, ragionevolmente, visto che Cesa sarà candidato ed eletto in un collegio, farò l’esperienza di un anno e mezzo da parlamentare europeo nell’alveo del centrodestra».
Avrà un incontro con la Chiavaroli, responsabile regionale di Alternativa popolare?
«Lunedì consegnerò le mie dimissioni sia dal partito, sia dal gruppo parlamentare. Vediamo se andrò momentaneamente al gruppo misto in attesa di una collocazione definitiva».
Non si aspetta che proveranno a convincerla a restare?
«Me l’attendo ma sarò irremovibile. Mentre sto parlando con lei ho appena finito di scrivere le dimissioni e le sto firmando adesso».
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