Poltrone, doppi e tripli incarichi per 17 eletti

Sugli scranni sindaci e assessori. Ma c’è anche un medico che lavora gratis.

PESCARA. Per chi li stima sono servitori infaticabili della cosa pubblica, maratoneti eroici della delibera, rastrellatori insostituibili di finanziamenti pubblici. Per chi li detesta sono comulatori bulimici di cariche, stakanovisti dell’inciucio partitico, collezionisti ossessivi di poltrone e strapuntini. Sono i politici che nel proprio curriculum vantano doppi, tripli e a volte quadrupli incarichi. Nel Consiglio regionale fresco di nomina sono in 17, oltre un terzo.

Condizione la loro non sempre voluta. Ma la politica è un dòmino dove un tassello tira l’altro, una porta apre un portone, una poltrona prepara la successiva. E dove la prima regola non scritta che i vecchi politici insegnano ai novellini è: non mollare mai. Raccomandazione quasi sempre inutile, perché è già tatuata sulla pelle di chi si imbarca in un partito.

Nell’emiciclo dell’ex palazzo Balilla, nuova sede dell’assemblea regionale, siede una matricola agguerrita come Marinella Sclocco, giovane psicoterapeuta di 33 anni, che si è fatta strada in un territorio politicamente molto affollato come Pescara. La Sclocco, che nella prima seduta del consiglio ha mostrato una scioltezza da veterana («Emozionata io? Ma manco per niente») è anche consigliere provinciale Pd del capoluogo adriatico e presidente della Commissione politiche sociali della Provincia.
 A due banchi di distanza siede Giovanni D’Amico (Pd), veterano vero, ex assessore regionale al Bilancio che ricopre tre cariche oltre quella di consigliere regionale («tutte a titolo gratuito», precisa).

D’Amico è consigliere comunale di Morino, paese della valle Roveto di cui è stato anche sindaco, è consigliere della Comunità montana Valle Roveto e presidente del Consorzio forestale, una società “in house” costituita dai Comuni della Comunità montana. «L’ho voluta costituire in mancanza di una legge sulla fusione dei piccoli comuni. Con questa società mettiamo insieme una serie di servizi: uffici tecnici, turismo, smaltimento rifiuti», spiega. Sul cumulo delle cariche il consigliere D’Amico ha, per forza di cose, una buona opinione: «Quando sono stato assessore regionale agli enti locali mi è servito per avere uno spettro d’osservazione più ampio sui problemi».

Carlo Masci, che già cumula due cariche in Consiglio, consigliere regionale del Pdl e assessore al Bilancio, è consigliere comunale a Pescara nel gruppo da lui fondato, Rialzati Abruzzo. Masci ha anche la particolarità di avere cumulato nel tempo molte tessere di partito, ma non in contemporanea.
 È sindaco e recordman della raccolta differenziata nel suo Comune Emilio Nasuti, consigliere del Pdl e primo cittadino di Castelfrentano. Nasuti è anche presidente dell’Unione dei Comuni della Frentania e Costa dei Trabocchi.

È sindaco un altro compagno di partito di Nasuti, Emiliano Di Matteo, primo cittadino di Ancarano, in provincia di Teramo, e presidente della Città territorio, l’unione dei dodici comuni della Val Vibrata. Nasuti e Di Matteo hanno potuto evitare la legge antisindaci sulla ineleggibilità in Consiglio regionale perché i loro comuni hanno meno di 5mila abitanti.

L’imprenditore Nicola Argirò, consigliere Pdl, entrato nei giorni scorsi per qualche ora nella rosa della giunta Chiodi, è capogruppo di Forza Italia alla Provincia di Chieti, dopo essere stato assessore al Bilancio di quell’ente fino al 2004.
 È assessore comunale ad Atessa il consigliere Pdl Luigi De Fanis, con ben tre deleghe: sanità, Ecologia e ambiente e Sport e politiche giovanili. All’Emiciclo il suo partito di riferimento An lo voleva anche segretario dell’ufficio di presidenza, ma l’incarico è sfumato.
Ha due cariche in Consiglio e una terza nella sua Chieti Mauro Febbo, assessore regionale all’Agricoltura, consigliere del Pdl e in Provincia capogruppo di An. Febbo è un navigatore di lungo corso della politica, nella quale riesce a riemergere dopo le sconfitte più pesanti.

Il suo compagno di partito Gianfranco Giuliante, consigliere e capogruppo del Pdl è anche presidente del Parco della Maiella, dal quale prende uno stipendio («basso», dice Giuliante) di 1.200 euro al mese. Giuliante ha anche la carica tutta politica di vicepresidente regionale di An. In regione voleva diventare assessore, ma è rimasto capogruppo. Ha però la consolazione e il rammarico che nessun altro aquilano ha ottenuto da Chiodi una delega assessorile.
 Di parchi si occupa come secondo lavoro Giandonato Morra, assessore regionale ai Trasporti, che venne nominato dal ministro Prestigiacomo commissario del parco Gran sasso Monti Laga, un incarico che ieri ha rimesso nelle mani del ministro (vedi box), aprendo a Teramo una vivace guerra di successione (c’è chi rinverdisce addirittura il nome dell’eterno Rocco Salini).

Giuseppe Tagliente, consigliere regionale Pdl, il cui sbarco a Palazzo dell’Emiciclo si perde nei primi anni della storia della Regione (è al settimo od ottavo mandato), è rappresentante dell’Anci, l’associazione dei Comuni italiani, presso il Cer (Comitato edilizia residenziale) del ministero Lavori pubblici e membro del Consiglio superiore dei lavori pubblici.

Berardo Rabbuffo, è consigliere comunale a Teramo e segretario cittadino An. Naturalmente il consiglio comunale di Teramo è sciolto, causa dimissioni di Chiodi, e l’amministrazione è alle cure del commissario.
Consigliere di un Comune agli sgoccioli istituzionali è Lorenzo Sospiri, che siede a palazzo di Città a Pescara.
Sugli stessi scranni pescaresi siede anche la consigliera regionale del Pdl Nicoletta Verì.

Due sono infine i consiglieri regionali che hanno un seggio nel Comune di Avezzano: Giuseppe Di Pangrazio, consigliere comunale e capogruppo del Pd e Gino Milano, eletto in Regione nell’Idv. Un caso particolare di doppio incarico è quello di Walter Di Bastiano, primario di oculistica dell’ospedale di Avezzano eletto in consiglio per il Pdl. Di Bastiamo avrebbe dovuto chiedere l’aspettativa dal suo posto di lavoro, ha chiesto invece alla sua Asl, sulla base della legge Finanziaria del 1997, di continuare a svolgere la sua attività a titolo gratuito, anche se potrà farlo solo in maniera saltuaria e senza gravare sulle spese dell’Azienda sanitaria. Di Bastiano si pagherà anche la parte dell’assicurazione che non è coperta dall’azienda. La Asl ha già deliberato favorevolmente in proposito. «Non posso abbandonare i pazienti e soprattutto i casi più complessi», spiega Di Bastiano. «D’altra parte Chiodi ha fatto un discorso basato su segnali di impegno civile».