ABRUZZO

Precariato e poche risorse, oggi lo sciopero del mondo della scuola

È scontro sull’adesione: i docenti interessati sono 26mila, ma per la Cisl sarà un insuccesso. La Flc Cgil Abruzzo Molise presente a Roma per far sentire la voce di protesta dei lavoratori

PESCARA. Il mondo della scuola oggi scende in piazza, anche in Abruzzo, per protestare contro il Governo. La platea dei docenti interessati è 26mila, tra insegnanti di ruolo e supplenti. Ma sarà una manifestazione "zoppa" con Cgil, Uil, Snals, Gilda e altre sigle autonome, pronti a disertare le lezioni e la Cisl che prende le distanze. Un contesto sindacale spaccato in due, con la Cisl convinta di un'adesione molto bassa. Secondo il sindacato saranno meno di 3mila i professori che aderiranno allo sciopero. Molto più alta, invece, secondo la Cgil l'adesione collettiva.

IL NO DELLA CISL. Diversa la versione fornita dal segretario regionale della Cisl scuola, Davide Desiati: «Dalle assemblee fatte negli ultimi giorni, non credo che l'astensione del corpo docente dalle lezioni supererà il 10%», dice azzardando una previsione, «la Cisl ha mostrato il proprio dissenso verso le scelte del Governo in modo differente, continuando il dialogo con le forze politiche e con il ministero dell'Istruzione.

La Flc Cgil Abruzzo Molise, invece, è presente a Roma per far sentire la voce di protesta dei lavoratori della scuola abruzzese.

LA NOTA DEL COORDINAMENTO FLC CGIL ABRUZZO MOLISE

"A distanza di settimane dalla proclamazione dello stato di agitazione della scuola - si legge nella nota del coordinamento Flc Cgil Abruzzo Molise - "nessuna apertura, nessuna mediazione, nessun passo in avanti da parte dell’amministrazione per cercare di dare risposte al personale della scuola rimasto senza atto negoziale per il rinnovo del contratto e senza risorse per aumenti a tre cifre come promesso dallo stesso Ministro".

La Flc Cgil insieme a Uil scuola, Snals-Confsal e Gilda Unams aveva posto cinque temi cruciali per la scuola.

1) Rinnovo contrattuale. "Rivendichiamo un rinnovo contrattale dignitoso, in linea con i rinnovi che si vanno delineando per la Pa, mentre l’impatto delle risorse stanziate il quadro è desolante: 87 euro di aumento previsto a cui si potranno aggiungere 12 euro, e non per tutti, finalizzati sulla base della dedizione.

2) Organico Covid. "E' necessario stanziare da subito risorse per la proroga dell'organico Covid (o di emergenza) utilizzato in pandemia per garantire le misure di sicurezza nelle scuola e per sdoppiare le classi troppo numerose. Per questo organico sono previste risorse solo per il personale docente, non per il personale Ata, che pertanto il 30 dicembre rischia di essere licenziato".

3) Classi troppo numerose. "Un tema così sensibile, che con il perdurare della situazione di emergenza sanitaria doveva portare ad una riduzione di alunni per classe, non viene di fatto affrontato, avvenendo a organico invariato, con una mera distribuzione interna".

4) Misure a costo zero disattese. "Le misure legate a situazioni professionali come quella dei dirigenti amministrativi facenti funzione, o attinenti al lavoro del personale come il blocco della mobilità per legge, invece che regolato per contratto, sono due esempi di misure che possono essere prese a costo zero e invece sono state disattese".

5) Precariato. "Quello legato al personale precario è un obiettivo sul quale nessun confronto è stato aperto. Il Patto per la Scuola sottoscritto ad aprile contiene misure che vanno in tale direzione ma a questo Patto non è mai stato dato seguito, mentre anche nella nostra regione circa il 20% del personale nelle scuole è precario. Nessuna risposta concreta è arrivata rispetto a questi temi, chiediamo risorse e riceviamo ‘tavoli’.

"Ora basta! La scuola, soprattutto nella difficile fase che stiamo attraversando e dopo gli interminabili mesi di didattica a distanza non può essere considerata ancora un peso, una spesa da contenere. Lo ribadiamo, la scuola ha rappresentato e rappresenta un pilastro essenziale per la tenuta sociale e democratica del nostro Paese. Il tempo degli annunci ormai è scaduto; è giunto invece il tempo di un cambiamento reale, che restituisca alla scuola pubblica la centralità che merita, per il futuro del paese. Per tutte queste ragioni è necessario mobilitarci ora e far sentire la nostra voce, a partire dallo sciopero della categoria proclamato per il 10 dicembre, con una manifestazione davanti al Ministero dell’Istruzione".