Prete pedofilo rinchiuso in convento

Il giudice lo manda a Giulianova agli arresti domiciliari con i frati. Per il gip niente pericolo di fuga e inquinamento delle prove dopo la sua confessione totale

TERAMO. Il sacerdote accusato di molestie sessuali su una bambina di 10 anni va in convento: il giorno dopo la confessione il gip gli concede gli arresti domiciliari. Per il giudice, dunque, niente pericolo di fuga o inquinamento delle prove.

Alle 16.30 di ieri il prete 39enne indiano ha lasciato il carcere di Castrogno, dove era rinchiuso da lunedì, per raggiungere un convento di clausura di Giulianova dove resterà agli arresti domiciliari. Il gip Guendalina Buccella ha accolto la richiesta presentata da Gianni Gebbia, legale del religioso, che nei giorni scorsi si era detto preoccupato per le condizioni di salute del sacerdote rimasto in isolamento e sorvegliato a vista 24 ore su 24 dalla polizia penitenziaria. Una richiesta, quella dei domiciliari, a cui ha dato parere favorevole anche Bruno Auriemma, il pm titolare del caso. Una volta chiusa l’inchiesta e fissata l’udienza preliminare, è probabile che il legale faccia richiesta di rito abbreviato. Dopo le prime e confuse ammissioni nell’interrogatorio di garanzia, mercoledì il sacerdote, nel corso di un nuovo faccia a faccia con il magistrato, ha detto che quel giorno del 2009 stava distribuendo doni nelle case dei parrocchiani, nella piccola frazione di Teramo dove ogni fine settimana andava a dire messa. In casa della bimba non c’erano i genitori ma lui non lo sapeva, quindi non ci sarebbe stato niente di premeditato. Ha detto di aver avuto avuto un momento di debolezza, abbracciando la bambina e toccandola nelle parti intime. Il prete ha ribadito il proprio pentimento.
Poco prima del nuovo interrogatorio il vescovo Michele Seccia e il suo vicario, don Davide Pagnottella, erano saliti al carcere di Castrogno per incontrarlo.

Il caso, finito sulle cronache nazionale, è scoppiato a dicembre. A denunciare il sacerdote, ordinato nel 1998, sono stati i genitori della bambina. Il padre e la madre della bambina, dopo il racconto della figlia, si sono rivolti ai carabinieri e alla Curia. Il sacerdote, messo subito faccia a faccia con i genitori, in quell’occasione avrebbe chiesto scusa. E mentre le autorità ecclesiastiche lo hanno immediatamente sospeso, la procura ha avviato le indagini. La bambina, che è stata ascoltata dal pm alla presenza di uno psicologo, ha confermato le accuse. Successivamente il sostituto procuratore ha chiesto un’ordinanza di custodia che è stata concessa dal gip Guendalina Buccella. Ma nel frattempo il sacerdote è tornato in India per trovare la madre malata e quindi l’arresto non è stato possibile. Qualche settimana fa è arrivato il decreto di latitanza. Nel frattempo il sacerdote è rientrato in Italia. Una volta tornato a Roma è stato contattato dalle autorità ecclesiastiche, che gli hanno detto del procedimento giudiziario. Lunedì l’uomo si è presentato prima dai carabinieri e poi in procura dove gli è stata notificata l’ordinanza di custodia.

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