Primavera: spesa pubblica fuori controllo

Il vice presidente di Confindustria: inefficace la politica di rigore della Regione

PESCARA. Spesa sanitaria fuori controllo e Abruzzo fanalino di coda nelle classifiche nazionali, citato sempre come esempio negativo nella gestione delle risorse pubbliche. Questa volta, l'attacco non arriva da un partito di opposizione. E' il vice presidente vicario di Confindustria Abruzzo, Paolo Primavera, a mettere in discussione la politica del rigore annunciata dal governatore-commissario alla Sanità, Gianni Chiodi. «Il nostro governo regionale si professa fortemente interessato a ridurre le inefficienze», afferma il rappresentante degli industriali, «ma ancora oggi, nonostante vi siano modelli organizzativi e di gestione virtuosi da replicare, la volontà non si è ancora tramutata in azione pragmatica».

La critica è accompagnata da una proposta in tema di riassetto sanitario. «Un onere a cui non può sottrarsi chi fa impresa in Abruzzo», precisa Primavera, «visto che il settore sanità incide per il 90 per cento sul bilancio regionale». Il punto è che si può, a esempio, mettere sotto controllo la spesa farmaceutica per non farla pesare troppo sulle spalle dei contribuenti. Semplicemente perché altri lo hanno già fatto.

Primavera parte dai dati dell'Agenzia sanitaria regionale, che confermano come il costo complessivo dei farmaci ammonti a oltre 300 milioni di euro l'anno. «Abbiamo una spesa farmaceutica per abitante pari a oltre 230 euro, con un numero medio di 22 ricette per ciascun assistito» riassume il presidente vicario di Confindustria, «nè conosciamo il dato sui farmaci che si disperdono nel ciclo distributivo, dal magazzino alle corsie degli ospedali».

Diseconomie che alimentano inefficienze. «Nell'approvvigionamento dei medicinali, ospedali e Asl operano ciascuno con un proprio ufficio acquisti, una farmacia e un sistema distributivo chiuso, basato sul classico processo ordine-consegna. Tutto questo», prosegue Primavera, «comporta una gestione improduttiva delle scorte, quindi maggiori costi di giacenza e alti rischi di deperibilità dei farmaci». La Regione, è la proposta di Confindustria, dovrebbe accentrare il sistema di acquisto e distribuzione in un'unica piattaforma capace di gestire tutte le categorie dei prodotti farmaceutici, assorbendo funzioni che oggi sono polverizzate in una pluralità di centri di spesa. «Il che consentirebbe», sottolinea, «un risparmio del 15-20% sulla farmaceutica, come dimostrano i casi di eccellenza sperimentati in Piemonte, Puglia, Emilia Romagna». Confindustria ha in mente anche il sito dove la piattaforma dei farmaci. «Pensiamo che l'interporto potrebbe assolvere bene a questa funzione, considerando che lo smistamento delle merci a Manoppello potrebbe diventare operativo entro settembre». La preoccupazione degli industriali è che bisogna fare qualcosa subito per abbattere i costi della sanità. Preoccupazione molto sentita anche dal Pd, che ieri ha rilanciato la necessità di giungere alla redazione di un nuovo piano sanitario promuovendo l'istituzione di forum provinciali con «tavoli di lavoro tematici», suggeriscono il consigliere Giovanni D'Amico e il segretario regionale Silvio Paolucci «per vincere la sfida federalista. Perché non è vero che il risanamento è avviato come sostiene il governatore-commissario Chiodi. Il fatto che sempre più abruzzesi decidano di andare a curarsi fuori regione, anche per patologie non di elevata complessità, è un segnale chiaro sulla percezione della qualità dei servizi».

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