Procter & Gamble: ecco perché chiudiamo

«Trasferimento del centro ricerche di Pescara, puntiamo a un miliardo di clienti in più»

PESCARA. Ci sono l'esigenza di soddisfare una domanda crescente dei suoi prodotti e il progetto di aumentare le dimensioni del gruppo in Europa dietro la decisione della Procter & Gamble di chiudere il suo centro di ricerche a Sambuceto, trasferendo altrove i 130 ricercatori che vi lavorano.

E' Bruce Brown, chief technology officer, capo della divisione tecnologica, della multinazionale americana che produce pannolini, pannoloni e prodotti affini a spiegare, in una lettera inviata a Pescara, nei giorni scorsi, dalla casa madre di Cincinnati negli Stati Uniti, le ragioni della svolta, annunciata ieri dal Centro e contro la quale si sono schierati il segretario provinciale di Chieti della Cgil, Michele Marchioli, e il presidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio, che ha chiesto l'intervento del presidente della Regione, Gianni Chiodi e del ministero del Lavoro, Maurizio Sacconi.
I 130 ricercatori saranno trasferiti: chi in America, chi in Europa. Devono decidere entro luglio 2012.

Il centro di Sambuceto si occupa di ricerche su materiali assorbenti e antiodore e la multinazionale americana l'aveva rilevato nel 1995 dalla Fater. Considerato uno dei centro di ricerca più produttivi e polo d'eccellenza in Italia, ha ricevuto dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il Premio Innovazione 2010.

La chiusura del centro di ricerche, scrive il manager di Cincinnati, «non (sottolineato nella lettera ndr) è il riflesso» di una performance negativa «dell'organizzazione con sede a Pescara, invece, è l'effetto di mutate esigenze imprenditoriali e della nostra intenzione di aumentare di un miliardo il numero dei nostri clienti, e del modo in cui vogliamo ingrandire le nostre dimensioni aziendali in Europa».

Il piano di ristrutturazione del gruppo prevede solo tre grandi centri di ricerca tra i quali, nell'arco di un anno a mezzo a partire da adesso, saranno divise le funzioni svolte attualmente a San Giovanni Teatino: quelli di Cincinnati, di Schwalbach in Germania e di Newcastle in Gran Bretagna. Nella sua lettera, Bruce Brown spiega che il piano prevede che «molti dei posti di lavoro» attualmente a San Giovanni Teatino «siano trasferiti a Schwalbach e, se possibile, in altre località».

Il manager sottolinea, poi, i successi conseguiti dal centro di ricerche di San Giovanni Teatino che ne hanno fatto un polo «di primissimo piano e di innovazione nel corso degli anni».
Una delle parti più interessanti della lettera inviata dal capo del dipartimento tecnologico della Procter & Gamble riguarda il modo in cui la multinazionale ha intenzione di seguire il trasferimento dei ricercatori abruzzesi in sedi estere. «In linea con i nostri principi», spiega Bruce Brown, «terremo in considerazione le singole situazioni» nell'ambito della «nuova organizzazione One Europe R&D (ricerche e sviluppo ndr). Confidiamo che molti di voi vorranno trasferirsi nel nostri Mega-centri per sostenere il piano. Abbiamo un team di esperti che mira a fornirvi il massimo delle informazioni e del sostegno per affrontare questa fase di transizione. E' importante che sappiate che io capisco che alcuni di voi non saranno in grado di seguire questo trasferimento dei posti di lavoro e che questo causerà situazioni di stress e di incertezza personali. Mi impegno personalmente», conclude il manager, «a sostenervi in questa delicata fase in cui sarete impegnati in scelte personali che riguardano il vostro futuro».

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