Prostituta ricatta il cliente: assolta

Il giudice la assolve perché lei viene illusa e abbandonata da un imprenditore atessano. Non è estorsione, per il tribunale i sentimenti valgono più del reato. Lei è di Pineto e lui di Atessa La donna: mi ha raggirata dicendomi di non essere sposato

TERAMO. Era accusata di aver ricattato un cliente: se non paghi dico tutto a tua moglie aveva detto all’uomo che un anno prima le aveva assicurato di non essere sposato, giurandole amore eterno, la fede al dito e una vita senza strada.

Lei è una prostituta quarantenne di Pineto finita in tribunale con l’accusa di estorsione, ma il giudice per le udienze preliminari di Lanciano Massimo Canosa l’ha assolta perchè il fatto non costituisce reato. «Stiamo aspettando la motivazione della sentenza» dice Antonino Orsatti, il legale della donna, che davanti al gup ha fatto richiesta di rito abbreviato. Per il giudice, dunque, niente estorsione: e ora è lei che minaccia di denunciare l’uomo per calunnia.

I fatti cominciano nel 2005, quando un imprenditore cinquantenne di Atessa conosce, tramite l’annuncio su un giornale, la donna di Pineto. Prima solo incontri sporadici in un albergo di Vasto, poi una frequentazione più assidua anche nell’appartamento della donna. Inizia una relazione sentimentale che va avanti per circa un anno nel corso del quale lui, che davanti al gup ha raccontato di aver inizialmente perso la testa per la donna, le racconta di non essere sposato, di essersi innamorato di lei e si dice pronto a portarla sull’altare. E per confermare questo la prostituta ha portato davanti al giudice una sua collega con cui più volte i due, nel corso della loro relazione, sono usciti. «Le aveva giurato che l’avrebbe tolta dalla strada» ha detto la donna.

Lui le fa regali, anche costosi, le paga l’affitto dell’appartamento e le compra una macchina pagandola a rate. Spese che, complessivamente, quantifica in circa trentamila euro. Dopo qualche mese l’uomo si tira indietro. «Non posso più pagare le rate della vettura» le dice. E qui scatta la denuncia per l’estorsione. L’uomo, infatti, accusa la donna di averlo minacciato di rivelare tutto a moglie e figlia qualora avesse interrotto il pagamento delle rate. Nel frattempo nella vicenda si inserisce anche la figlia dell’imprenditore che dice di aver scoperto tutto da un numero telefonico trovato sul cellulare del padre. Racconta di aver chiamato la donna per dirle di lasciar stare la sua famiglia e dice anche di aver ricevuto delle telefonate minatorie. Per questo la prostituta di Pineto viene rinviata a giudizio non solo per estorsione ma anche per molestie telefoniche.

L’avvocato della donna chiede il rito abbreviato e qualche giorno fa il caso finisce davanti al giudice per le udienze preliminari di Lanciano, competente per territorio visto che l’uomo, che nel frattempo si è costituito parte civile, ha presentato una denuncia ad Atessa. Il legale della prostituta sostiene che non c’è stata nessuna estorsione, ma solo una storia d’amore finita e che è stata la donna ad essere ingannata dall’uomo. Il giudice assolve la prostituta: il fatto non costituisce reato.

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