"Quel trans ha l'Aids, stai attento"Denunciato dipendente Asl a Teramo

Ad accusare di diffamazione l'addetto di sportello una coppia di giovani. Il Gup ha fissato a dicembre l'udienza preliminare

TERAMO. «Quel trans ha l’aids, attento»: è la frase per cui un dipendente Asl è finito in tribunale con l’accusa di diffamazione. Lo ha denunciato un transessuale secondo il quale l’uomo avrebbe pronunciato quelle parole mentre era ad uno sportello dell’azienda sanitaria.

Il gup Marco Billi ha fissato per dicembre l’udienza preliminare. In quell’occasione deciderà se rinviare a giudizio l’uomo, accogliendo la richiesta della procura e quindi mandandolo a processo, o se disporre il non luogo a procedere.

L’episodio sarebbe avvenuto nel febbraio di quest’anno, ad uno sportello dell’azienda sanitaria. Secondo la denuncia presentata dal transessuale e all’epoca finita sul tavolo del sostituto procuratore Valentina D’Agostino (da qualche mese trasferita da Teramo alla procura di Pescara (ndr) il fatto si sarebbe verificato mentre era in compagnia di un’altra persona che aveva accompagnato in ospedale per svolgere delle pratiche riguardanti il rilascio di un certificato di esenzione.

Mentre i due erano in fila l’impiegato, sempre secondo l’accusa, si sarebbe rivolto ad un collega che era con lui dicendo: «Stai attento perchè quel transessuale ha l’aids». Una frase che il dipendente pubblico, difeso dall’avvocato Nello Di Sabatino, ha sempre negato di aver pronunciato, sostenendo di avere testimoni in grado di confermare la sua tesi. Di diverso avviso il transessuale che invece sostiene di aver udito il dipendente pronunciare quella frase guardando nella sua direzione e indicando proprio la sua persona. Questo, sempre secondo l’accusa, in presenza di numerose altre persone che quel giorno si trovavano davanti a quello sportello per sbrigare delle pratiche.

Da qui, dunque, la decisione di rivolgersi ad un avvocato per presentare una denuncia per diffamazione nei confronti di quell’operatore dello sportello Asl. Denuncia successivamente finita sul tavolo del sostituto D’Agostino che ha deciso di chiedere il rinvio a giudizio dell’operatore proprio per diffamazione: reato per cui è prevista una pena fino a due anni. Ora sarà il giudice per le udienze preliminare a decidere se accogliere la richiesta della procura o se disporre il non luogo a procedere nei confronti dell’uomo accusato dal transessuale di averlo diffamato.

(d.p.)