Quote rosa inesistenti: "Regione Abruzzo maschilista"

La commissione Pari opportunità chiede spazio per le donne in Consiglio e presenta proposta bipartisan. Sclocco e Chiavaroli: noi tra gli ultimi in Italia

PESCARA. «Se si dovesse votare oggi, le elezioni alla Regioni possono essere impugnate e annullate se prima non si fa anche da noi una legge per la parità di genere». E’ perentoria l’assessore Marinella Sclocco (Pd) seduta dietro a un cartello che rivendica l’applicazione della legge nazionale «per rispettare le donne anche in Abruzzo».

Accanto a lei ci sono il Sottosegretario alla Giustizia, senatrice Federica Chiavaroli (Ncd) e Gemma Andreini, presidente della Commissione Pari opportunità. Tutte insieme, compatte e bipartisan, affinché le donne in Abruzzo non siano più politicamente discriminate quando si tratta di un posto in Regione e quindi in una della tante società partecipate.

L’Abruzzo risulta essere il fanalino di coda in Italia – insieme alla Calabria – sul recepimento della direttiva nazionale sulla doppia preferenza di genere alle elezioni regionali. Due sole le donne (Marinella Sclocco e Sara Marcozzi) in consiglio regionale su 31 posti. «Basta, in una giunta regionale che vuole essere illuminante questa rischia di diventare una macchia indelebile», dicono le donne.

Di qui la necessità non più prorogabile di presentare una proposta di legge per adeguare la regione alla legge nazionale e che sia finalmente votata in aula in forma bipartisan (e non a scrutinio segreto) la modifica della legge elettorale regionale. In realtà nel passato ci avevano già provato Maurizio Acerbo (Rc) e Nicolettà Verì.

Ora la commissione Pari opportunità chiede che si acceleri l’iter di modifica della legge elettorale che introduce la doppia preferenza di genere anche alle regionali e perché, «numeri alla mano, se in consiglio regionale 29 consiglieri sono uomini e soltanto due donne, il riequilibrio di genere diventi un obbligo».

La nuova proposta di legge è stata illustrata dall’assessore regionale Marinella Sclocco e si rifà alla legge di parità adottata per le elezioni nei Comuni (oltre i 5mila abitanti) e che dà spazio alle donne nella misura del 60 per cento.

«Per favorire una maggiore partecipazione delle donne alla vita politica regionale basta "copiare" la legge attualmente in vigore per i Comuni, che prevede una composizione delle liste basata su un rapporto tra i due generi 60/40 e l'introduzione della doppia preferenza di genere», ribadisce la senatrice Chiavaroli schierata totalmente a favore della proposta illustrata dalla Sclocco.

Elaborata la proposta, occorrerà vedere come essa sarà poi accolta da un Consiglio regionale composto da 29 maschi e che nel caso di nuove elezioni con la parità di genere perderebbero la possibilità di essere rieletti. (cr.re.)

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