Regione Abruzzo, il decalogo per gli autistiVietati barbe e piercing a chi guida auto blu

Chi guida le auto dell'ente deve evitare anche i calzini corti e gli abiti di lino se non si indossa la divisa

L'AQUILA. Se amate le barbe folti o quelle appena accennate. Se in gioventù avete ceduto al fascino del piercing, o se solo avete una innocente passione per braccialetti, collane, catene, dimenticate le auto blu della Regione Abruzzo. Perché mai potrete guidarne una: non ne siete esteticamente all'altezza.

Lo stabilisce una dettagliata e un po' bacchettona disposizione della direzione risorse umane e strumentali della Regione nella quale si detta il "Disciplinare relativo all'uso degli automezzi e della divisa da parte dei dipendenti abibiti allo svolgimento di funzioni di autista».

L'iniziativa non è nata per l'estemporanea alzata d'ingegno di un funzionario. E' stata invece suggerita da «segnalazioni per le vie brevi reiteratamente pervenute», secondo le quali molti autisti di auto blu della Regione Abruzzo non indossano la divisa quando sono in servizio, nonostante la Regione abbia da tempo provveduto a dotarli di divise estive e invernali.

A domanda del funzionario, «tra i motivi addotti per il non uso» quello più frequeste sarebbe «la presunta vetustà delle stesse». Le divise sarebbero insomma vecchie e gli autisti preferiscono indossare quello che trovano nel proprio armadio, con quell'effetto random inevitabile quando ci si abbandona ai propri gusti.

E' qui il nodo di tutto. Perché, argomenta la dirigente del settore, dottoressa Giulia Marchetti «l'immagine della propria organizzazione verso l'esterno è entrata tra i valori immateriali di ogni apparato pubblico e quindi necessita di adeguata tutela della propria identità, del buon nome, della reputazione e credibilità che si espletano all'interno così come all'asterno, oltre alle competenze individuali e alle funzioni assegnate a ciascuno». Insomma una cavatta non intonata alla giacca può suggerire una cattiva organizzazione del lavoro.

Detto questo, l'ufficio riconosce in qualche modo le ragioni degli autisti, perché annuncia di aver dato avvio a una «gara di acquisto della nuova dotazione estiva e invernale». Nel frattempo concede «eccezionalmente» che gli autisti possano non indossare la «vetusta divisa» (riconosciuta dunque tale dal bando testè annunciato) purché rispettino alcune imprescindibili regole che nella terra che ha dato i natali ai sarti Caraceni non sarà difficile rispettare.

In alternativa alle divise di ordinanza l'autista dovrà indossare, dice il disciplinare, «un abito di stoffa estiva, escluso il lino perché facilmente sgualcibile, di colore scuro e consono alla funzione da svolgere».

L'abito «deve rispondere ad esigenze di comodità, decenza e pulizia», e deve essere completato «dall'uso di calzini lunghi scuri, scarpe allacciate scure, camicia bianco candido e cravatta con minuti disegni lineari e semplici».

Sistemato il vestino occorre pensare alla cura della persona. Dunque sarà vietato «portare barba e capelli lunghi e incolti, indossare sandali, zoccoli, scarpe e stivaletti col tacco, scarpe aperte con suola di materiale assorbente di qualsiasi natura perché antigienico».

Se pure si è superato questo scoglio, le Risorse umane della Regione Abruzzo trovano «disadatta alla funzione indossare orecchini, piercing visibili, spille, braccialetti, collane, catene in genere, anelli, fatta eccezione per fedine e fedi nuziali».

Basta così? Neanche per sogno. Perché all'autista si chiede anche di essere «serio ed educato» di non fumare in auto, «neppure con i finestrini e le portiere aperte», e di «non tenere le braccia appoggiate sui finestrini abbassati». Quasi un santo. Che poi sappia guidare è un altro discorso.

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