Regione, protestano i dipendenti

I sindacati proclamano lo stato d'agitazione: situazione caotica

L'AQUILA. Un «caos privo di visione». Potrebbe essere questa la sintesi del giudizio che i sindacati regionali della funzione pubblica danno sulla gestione dell'amministrazione pubblica regionale. Un giudizio che ha spinto le segreterie regionali di Cgil Fp, Cisl Fp, UIL Fp e Direr a proclamare lo stato di agitazione dei lavoratori della Regione Abruzzo e a chiedere l'«attivazione urgente di un tavolo di confronto» con l'assessorato di Federica Carpineta.
La motivazione della protesta? «Denunciare le gravi carenze della amministrazione regionale nella riorganizzazione delle strutture e la pessima gestione del personale e per le ricadute che tale situazione ha sull'efficienza dell'azione amministrativa e sull'erogazione dei servizi ai cittadini».

Secondo i segretari regionale Carmine Ranieri (Cgil), Vincenzo Traniello (Cisl), Fabio Frullo (Uil), Silvana De Paolis (Direr) «emerge, ormai, in tutta evidenza la totale disorganizzazione, mancanza di pianificazione e programmazione in cui l'assessore Carpineta si sta muovendo. Ormai gli esempi sono molti; a partire dalla attuazione del processo conseguente la soppressione degli Enti Strumentali che sta avvenendo nel caos più totale; a tre mesi dal passaggio in Regione c'è ancora incertezza sulle funzioni che i dipendenti devono svolgere, sull'inquadramento, sulle risorse a disposizione per il salario accessorio. La mancanza di una chiara misurazione delle performance organizzative delle strutture regionali, con incertezze e continui rinvii e senza alcun coinvolgimento dell'utenza, contrasta con la tanto declamata riforma sul merito e non porterà alcun beneficio nell'erogazione dei servizi ai cittadini».

La proposta di legge di riorganizzazione della Regione «non è altro che una sgangherata rivisitazione della attuale L.R. 77/99 inidonea al miglioramento dell'Ente, inefficace nell'attuazione del principio della separazione fra potere politico e gestione, in contrasto con le norme della riforma Brunetta che impongono trasparenza, pubblicità e merito per il conferimento degli incarichi la dirigenza».

Per i sindacati «è indispensabile una vera e moderna riorganizzazione delle strutture che consenta una ridistribuzione delle risorse in relazione alle effettive necessità per gli obiettivi strategici da realizzare». Contestato infine il metodo «caotico e contradditorio, senza un'analisi delle criticità, senza una visione organica e strategia del futuro della Regione, del ruolo e delle funzioni da svolgere in un'ottica di riforma del sistema di governo del territorio». Sulla qestione interviene il consigliere regionale di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo: «Difficile contestare il giudizio dei sindacati sull'operato della giunta», dice Acerbo e «non mi pare che l'assessora Carpineta possa ora atteggiarsi a decisionista imitando lo stile della pessima ministra Fornero. Per esempio ritengo opportuno che prima di portare in Giunta la delibera sulla "dotazione organica" l'assessore ne discuta».

© RIPRODUZIONE RISERVATA