Residenze per anziani, 40 euro al giorno

Abruzzo, nel nuovo piano tariffe a carico degli assistiti. Una fondazione per i più poveri

PESCARA. La cura degli anziani peserà sempre di più sui conti delle famiglie e degli stessi assistiti: mediamente il 50% del costo di residenza in una casa di riposo, circa 40 euro al giorno. Un prezzo poco competitivo rispetto a quello chiesto da una brava badante ucraina o filippina. E già oggi alcune case di riposo vedono diminuire gli ospiti. Con l'introduzione del piano Chiodi-Baraldi le cose potrebbero cambiare ulteriormente. E non è detto che sia un danno.

Dunque la partita della residenzialità e semiresidenzialità sarà la più delicata tra quelle della sanità regionale. Entro il 2012 il commissario Gianni Chiodi e la sub commissaria Giovanna Baraldi dovranno riprogettare l'intera rete dei servizi, riconsiderare i trattamenti, individuare le nuove attività non ancora soddisfatte, applicare i requisiti per le strutture che vogliono accreditarsi. Infine stabilire chi deve pagare e quanto.

La questione della compartecipazione al pagamento dei servizi riguarda soprattutto l'area dell'assistenza agli anziani. Per quest'area il Piano operativo varato da Chiodi-Baraldi è chiaro. La compartecipazione alla spesa, laddove sarà richiesto, entrerà in vigore gradualmente e in due anni raggiungerà il tetto previsto del 50%.

L'assistito ospite nella residenza farà fronte alla spesa versando l'indennità di accompagnamento oppure la pensione di invalidità. Ma potrà essere anche il Comune di residenza a farsene carico se avrà risorse sufficienti.

LE TARIFFE. Le tariffe piene previste per l'assistenza degli anziani (vedi tabella in alto) sono mediamente di 80 euro al giorno che sull'assistito peserà per circa 40 euro al giorno. Nel dettaglio il costo sarà di 82 euro (compartecipazione del 50% da parte del paziente: 41 euro) per la "Rsa anziani", dove vengono ospitati gli anziani che hanno bisogno di assistenza medica; la tariffa scende a 60 euro al giorno (30 euro di ticket) per gli anziani in "Residenza protetta", dove gli ospiti hanno bassa necessità di tutela sanitaria; in caso di anziani affetti da demenza il costo sale a 95 euro al giorno, con compartecipazione del 50%.

LA FONDAZIONE.
Per i molti che prevedibilmente non avranno soldi sufficienti per far fronte alla spesa, il piano della Regione prevede la costituzione di una Fondazione alla quale concorrano le banche, la Regione, i Comuni e singoli privati, per raccogliere le quote a carico di soggetti nullatenenti, dei disabili e dei pazienti psichiatrici, mentre per gli anziani si farà ricorso al Fondo nazionale della non autosufficienza.

LE CRITICITÀ.
Nel frattempo la regione dovrà rivede l'organizzazione cercando di sanare alcune criticità. Secondo il piano predisposto c'è una scarsa diversificazione dei servizi residenziali dedicati all'anziano, c'è un limitato numero di residenze per demenze e una totale assenza in alcune aree regionali, un limitato numero di residenze assistite rispetto alle necessità. Il piano prevede l'attribuzione di 3.492 posti letto.

LE POLEMICHE.
La compartecipazione è prevista da un decreto legislativo del 2001 mai applicato in Abruzzo. Nel 2008 il precedente commissario Gino Redigolo aveva provato a introdurre il ticket ma era stato stoppato dai sindacati e dalle proteste delle opposizioni. Oggi la Baraldi ha buone probabilità di riuscirci, anche perché il piano di risanamento sarebbe monco in assenza di questo provvedimento (l'introito previsto è di 45 milioni l'anno circa).

Sabato il Pd ha chiesto a Chiodi di portare il provvedimento in aula. Lo stesso ha fatto il consigliere regionale della maggioranza Giuseppe Tagliente (Pdl). La Cisl Abruzzo con il responsabile sanità Davide Farina, critica l'istituzione della compartecipazione per alcuni servizi dedicati ai disabili (che dovrebbero essere gratuiti), con tariffe per il cittadino-utente che variano dal 30% al 60% a seconda dei casi. Critiche anche al «drastico ridimensionamento dei posti letto inerenti la vera riabilitazione». Dubbi anche sulle tariffe che la regione pagherebbe alle strutture, tariffe mediamente inferiori a quelle vigenti. Angela Scottu (Cgil) ha criticato i criteri adottati dalla Baraldi per stabilire i livelli standard di assistenza. Le segreterie confederali di categoria hanno quindi chiesto l'attivazione della Commissione e la prosecuzione del confronto con i direttori generali delle Asl.

© RIPRODUZIONE RISERVATA