«Ristrutturazioni, ritardi nel pagamento delle ditte»

L’Associazione per i diritti del cittadino contesta l’operato del Comune

L’AQUILA. Procedure fin troppo farraginose e ritardi ingiustificati nell’erogazione dei contributi per la ricostruzione delle case danneggiate dal terremoto. A denunciare la situazione è l’Associazione per i diritti del cittadino che - in una lettera inviata al prefetto Franco Gabrielli, al commissario per la ricostruzione Gianni Chiodi, al vice commissario Massimo Cialente, nonchè al capo della Protezione civile Guido Bertolaso - sollecita un deciso cambio di rotta.

«I proprietari degli immobili danneggiati dal terremoto, nonché i tecnici e le imprese che stanno eseguendo i lavori di ristrutturazione» afferma Fabrizio Ettorre, presidente dell’associazione, «lamentano disguidi e notevoli ritardi nei pagamenti». Sotto accusa, per Ettorre, il Comune dell’Aquila «che non dà immediato corso ai relativi rimborsi e che, anzi, si è fatto promotore di disposizioni che creano ulteriori ostacoli, soprattutto per quel che riguarda la richiesta del documento di regolarità contributiva (Durc).

Il Comune, infatti, dopo aver ricevuto dai proprietari degli immobili la documentazione necessaria per ottenere il visto sulla fattura per il pagamento all’impresa, chiede un altro documento di regolarità contributiva. Cosa che - nonostante le somme siano già disponibili sui conti correnti dei proprietari degli edifici da ristrutturare - finisce per creare pesanti ritardi. I funzionari del Comune» continua Ettorre «si giustificano affermando che alcune imprese hanno contraffatto il documento di regolarità contributiva e che, quindi, si è resa necessaria la richiesta diretta, da parte dell’Ente, di questa documentazione.

Sappiamo che l’amministrazione pubblica deve attuare tutti i controlli neccessari per garantire il rispetto delle norme. Ma viene da chiedersi se quelle imprese che hanno presentato documenti contraffatti siano state denunciate all’autorità giudiziaria». Per l’associazione, «il Comune ha comunque l’obbligo di essere vicino al cittadino dando prova di efficienza, funzionalità e imparzialità. Ciò significa che non possono essere richiesti documenti non dovuti. Il Comune fa riferimento a disposizioni applicabili ai lavori pubblici.

Il tutto ignorando il fatto che i cittadini stanno chiedendo contributi per la ricostruzione delle proprie abitazioni, o di altri immobili, e che il conferimento degli incarichi al progettista e all’impresa va considerato un atto privatistico che non può ricadere nella disciplina delle opere pubbliche. Cosa, questa, chiarita lo scorso mese di novembre anche dalla Protezione civile». Da qui l’invito dell’Associazione per i diritti del cittadino «a voler mettere in campo una procedura che consenta il rilascio immediato (dopo opportune verifiche) del contributo.

O a sancire la natura pubblica di tali interventi». Sin qui Ettorre. Intanto, dalla prossima settimana il Comune inizierà a pagare le ditte che hanno eseguito i traslochi. Due milioni di euro la somma disponibile per il pagamento delle fatture già «vistate». Si tratta di un primo elenco che sarà pubblicato sul sito internet del Comune, mentre diverse sono le pratiche ancora da perfezionare. E non mancano alcune «fatture sospette», già trasmesse alla Finanza.

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