POLITICA

Rossi: Chiodi è ok, Renzi no

Il governatore toscano ad Avezzano per sostenere Bersani

AVEZZANO. Ha simpatia per Chiodi («ci vediamo spesso alla Conferenza delle Regioni, lo ritengo una persona seria e perbene») e non le manda certo a dire a Renzi. A dispetto del suo aplomb il presidente della Regione Toscara, Enrico Rossi, è diretto e non fa sconti. «Una eventuale vittoria di Renzi alle Primarie», sottolinea il presidente, «genererebbe un collasso democratico oltre che una frammentazione. Con Bersani, al contrario, si può costruire una coalizione programmatica per salvare il nostro Paese».

Rossi è arrivato ieri in Abruzzo per partecipare all’iniziativa “Rifare l’Italia con Bersani 2013” che si è svolta nel pomeriggio a Luco dei Marsi. «I motivi per cui sono in Abruzzo? Intanto Michele Fina, che mi ha voluto e poi già l’anno scorso ho partecipato a una iniziativa del partito all’Aquila». Si tratta dell’incontro dei “giovani turchi”, corrente dei giovani bersaniani e dalemiani».È noto il legame tra Rossi e appunto D’Alema, nei confronti del quale usa sempre parole di giustificazione con un’unica eccezione. «La frase “sarà guerra in caso di vittoria di Renzi” non l’avrei usata», ma è più incisivo quando deve analizzare la parola tanto cara a Renzi. «Rottamazione è un termine violento e volgare», dichiara mentre immagina la compagine che dovrebbe governare l’Italia: «I movimenti e i partiti che parteciperanno alle Primarie, con un occhio alla borghesia liberista rappresentata da alcuni esponenti di questo governo, più l’Udc di Casini». Rossi non nasconde la simpatia per il ministro Severino, non è un fan del la politica industriale di Passera, e non sottovaluta l’impatto che il grillismo, accreditato di un 20 per cento alle elezioni politiche, potrebbe rappresentare. «Per evitare il dilagare dell’antipolitica», aggiunge, «è necessaria una strategia seria che Bersani ha sicuramente, mentre non si può dire lo stesso di Renzi». Ma come sindaco di Firenze che giudizio ne dà? «Positivo», la sua risposta, «per cui sarebbe stato meglio se fosse rimasto a occuparsi della sua città. Ha tanti progetti da portare a termine».

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