Sanità e poteri forti, Pierangeli va all'attacco di Chiodi

Il proprietario della clinica: la sua è una lunga catena di illegittimità

PESCARA. «Sono sconcertato dalle parole grossolane e scomposte del presidente pluricommissario Chiodi, appare singolare che giungano da chi ha fondato rapporti istituzionali su un’interminabile catena di illegittimità»: Luigi Pierangeli risponde per le rime al governatore. La sua clinica Chiodi l’ha citata come esempio di potere nella sanità abruzzese. Pierangeli non ci sta.

Il proprietario della struttura privata che si trova davanti all’ospedale e della quale il governatore ha parlato nel corso dell’audizione di mercoledì scorso alla commissione parlamentare, si sente colpito a livello personale. Lui, che è anche presidente dell’associazione ospedalità privata (Aiop), ed editore di un’emittente privata, si sente tirato per il bavero dal governatore nella polemica sui poteri forti e sulle lobby che ostacolano il cambiamento.

«Io ostacolo il cambiamento? Prenda nota». Ed elenca le illegittimità che la Regione (Chiodi) avrebbe compiuto nei confronti delle cliniche private: «Non risponde a formali istanze di accesso sulla trasparenza amministrativa, si rifiuta di fornire i dati sulle attività svolte dalla  strutture sanitare nonostante determinino l’esborso di denaro pubblico e la cui conoscenza  dovrebbe essere alla base di un qualsiasi rapporto civile con una pubblica amministrazione soprattutto se si adombrano dubbi; non rispetta le sentenze dei tribunali amministrativi e civili, il che rappreenta un indice di scarsissima civiltà della nostra Regione; non rispetta gli impegni, assunti peraltro nell’interesse della Regione, e perfino i contratti sottoscritti».

In quest’ultimo caso si riferisce alla mobilità passiva?
«Certo, è tutta una serie di inadempienze, tantopiù che Chiodi non ci ha nemmeno più  convocato, come d’accordo, per cercare di migliorare il saldo della mobilità che è stato drasticamente peggiorato in assenza degli accordi di confine con le altre Regioni e che per  tutto il 2011 non risulta siano ancora stati sottoscritti».

Sono accuse che rivolge direttamente a Chiodi?
«Sono tutte affermazioni documentate e documentabili in qualsiasi momento a chiunque voglia fare chiarezza su questi argomenti».

Il governatore ha detto che il fatto che la sua clinica si trovi davanti all’ospedale di Pescara rappresenta il simbolo della pressione della sanità privata sulla gestione pubblica: che cosa risponde?
«Questo è ancora più sconcertante perché significa che Chiodi non conosce la storia dell’Abruzzo e della città, non sa che la casa di cura esiste da 80 anni ed è preoccupante che il risanamento dei conti della Regione sia affidato a chi ha così scarsa conoscenza delle strutture e della storia della Regione. Un altro aspetto che mi lascia perplesso è che nelle riunioni Chiodi ha sempre parlato di complementarietà tra pubblico e privato delle discipline e delle specialità attivate: vuol dire che bisogna svolgere un servizio di sinergia e non di concorrenza. Ebbene, non vedo questa volontà, piuttosto mi preoccupa il fatto che proprio per la gravità delle affermazioni fatte, Chiodi non lascia trasparire serenità di giudizio nei nostri confronti, e questo non è sicuramente il presupposto per l’assunzione di scelte equilibrate ed  imparziali».

Lei è anche editore e come tale, secondo il governatore, condiziona le scelte dei cittadini abruzzesi sulla sanità.
«Mi viene da sorridere che un presidente di una Regione designato dal principale editore televisivo italiano faccia un’affermazione del genere. Mi lascia sbigottito. Svolgiamo attività editorali da quasi trent’anni e anche questo dimostra scarsa conoscenza delle attività regionali. Tra l’altro io non ho mai pensato di assumere incarichi politici, proprio perché credo che in un Paese civile i conflitti d’interesse vadano considerati».

Esclude di scendere in politica anche per il futuro?
«Non non assumerò mai incarichi politici».

Il presidente Chiodi parla di «poteri forti» in Abruzzo: lei che nella sanità c’è da molto più tempo del governatore, che cosa ne pensa?
«C’è poco da dire, lui ha pieni poteri e può decidere e fare da solo. Trovo di pessimo gusto che attacchi dirigenti e funzionari che lui stesso ha nominato e nominati da assesori di sua fiducia».

Che cosa cambia adesso?
«Adesso non cambia niente, alla fine continueremo a sostenere sempre certi principi, cioè che le trattative siano trasparenti, che i dati siano messi a disposizione di chi partecipa alle riunioni, che occorre rispondere alle istanze basate sulla legge che tutela la trasparenza, che i contratti e le sentenze siano rispettati. E ci auguriamo che non si blocchino i pagamenti per anni senza motivo e, soprattutto, che non si danneggi la collettività peggiorando il saldo per la mobilità con provvedimenti incomprensibili che favoriscono di fatto solo strutture extraregionali e finiscono per sottrarre all’Abruzzo ingenti risorse che vengono regalate alle altre Regioni». (a.mo.)

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