Sanità, il Pd boccia il commissario

Paolucci: Chiodi rinunci e apra un tavolo permanente con le istituzioni

PESCARA. Tempo scaduto per la sanità abruzzese. A dirlo è il segretario regionale del Pd Silvio Paolucci che chiede la rimozione del commissariamento e l'istituzione di un tavolo permanente che riconduca in porto la navicella della sanità. «La strategia messa in campo dal commissario Chiodi è fallita sotto ogni punto di vista», dice Paolucci.

«Il debito continua a salire, la qualità del servizio precipita, l'insoddisfazione ormai accomuna medici, infermieri, sindaci, addetti ai lavori e le procedure seguite sono sub judice rispetto alla giustizia amministrativa e sotto osservazione nelle commissioni di inchiesta parlamentari per le sconcertanti dichiarazioni della sub-commissaria Baraldi che chiamano in causa direttamente il Presidente della Regione. E' il momento di voltare radicalmente pagina». Per Paolucci occorre «chiudere subito la fase del commissariamento e istituire rapidamente una task force con le istituzioni, gli enti locali e i rappresentanti di chi lavora nella sanità, lanciare un patto per la salute nell'assunzione di una responsabilità forte da parte di tutti i soggetti, riportando infine il confronto nella sede del Consiglio regionale. Abbiamo già chiesto che il governo rimuova Chiodi dal ruolo di commissario, perché la sua azione non ha risolto assolutamente nulla e i risultati sono semplicemente scadenti».

La proposta di Paolucci passa «per un tavolo permanente con potere decisionale, in cui siedano i rappresentanti della Giunta, del Consiglio, degli Enti locali e delle parti sociali. La partecipazione attiva alle scelte strategiche può garantire la trasparenza ed evitare gli squilibri territoriali, precisando il ruolo di complementarità della sanità privata rispetto a quella pubblica, investendo su territorio e rete di emergenza-urgenza. Su questo, insieme con sindaci, operatori, sindacati, parti sociali, siamo disposti a chiedere e ad assumerci responsabilità».

Operazione complessa, quella proposta da Paolucci, perché le decisioni non sono tutte in mano alla Regione. Il Patto per la salute sottoscritto da Governo e Regioni prevede che per superare la fase del commissariamento il governo debba approvare un nuovo piano di rientro, che presumibilmente dovrà essere lo stesso Chiodi a stilare (magari assieme al tavolo che propone il Pd). Il clima però non sembra dei migliori. Neanche un mese fa La Baraldi davanti alla commissione Marino ha attaccato sindacati e partiti di opposizione per il «gioco al massacro» contro la semplice ipotesi di una compartecipazione degli assistiti ai costi di alcune forme di riabilitazione (un obbligo di legge che l'Abruzzo non ha ancora rispettato). Quanto agli enti locali, i sindaci si sono sempre opposti alla chiusura dei reparti per acuti nei piccoli ospedali. Farli sedere attorno a un tavolo che dovrà presumibilmente confermare quei tagli appare arduo. Terzo problema è quello dei tempi. Solo ripianando i conti della sanità la Regione potrà abbassare Irpef e Irap. Un tavolo dovrebbe valutare attentamente questo dato, riducendo al massimo una delle sue funzioni: l'armonizzazione degli interessi. (a.d.f.)

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