Sanitopoli, sequestrati 50 milioni

Accolte le richieste di Asl, Regione e di Angelini che è anche imputato

PESCARA. Sequestro di beni per 50 milioni di euro. L'ultima udienza di Sanitopoli, la bufera giudiziaria iniziata il 14 luglio 2008 con l'arresto di Ottaviano Del Turco, ha fissato un nuovo punto fermo: la richiesta di sequestro avanzata da alcune parti civili è stata accolta.

Sotto la sguardo dell'ex presidente delle Regione Ottaviano Del Turco, arrivato prestissimo in aula, ingannando l'attesa leggendo le lettere a Jackson Pollock - «il mio pittore preferito» - il processo che ha cancellato la giunta regionale di centrosinistra portando alla luce un presunto sistema ramificato di tangenti nella sanità privata, si è chiuso, prima delle ferie, con il provvedimento emesso dal Gup Angelo Zaccagnini: accolta l'istanza di sequestro conservativo presentata da due parti civili, Regione e quattro Asl; accolta anche la richiesta presentata dal re delle cliniche private Vincenzo Maria Angelini che, nel processo, figura nella doppia veste di imputato e parte civile.

Il sequestro conservativo dei beni era stato avanzato, il 29 giugno, anche dalle cliniche private (case di cura Pierangeli, Spatocco, Villa Letizia e Villa Serena), ma il giudice ha deciso di respingere la richiesta: «Perché la prospettiva di danno non risulta determinabile sulla base della sola consultazione dei capi di imputazione, a differenza delle altre posizioni», ha scritto il giudice nell'articolato provvedimento nell'inchiesta coordinata dal procuratore capo Nicola Trifuoggi e dai pm Giuseppe Bellelli e Giampiero Di Florio.

SEQUESTRO. Oltre duecento unità immobiliari tra abitazioni, terreni, orologi e quadri appartenenti a 13 dei 34 imputati di Sanitopoli: questo era il «tesoro» - tra cui una casa a Roma di Del Turco (intestata alla compagna) e un lungo elenco di beni di Sabatino Aracu - ai quali Regione e Asl avevano chiesto di mettere i sigilli. Ma il Gup ha precisato «che in questa sede non devono individuarsi i beni su cui la garanzia potrà essere attivata», firmando invece il provvedimento per una misura cautelativa complessiva di 50 milioni di euro di beni che dovranno essere definiti. E' il risultato della somma di tre pacchetti: 30 milioni più 5 milioni accordati in favore delle parti civili pubbliche, ovvero la Regione e le quattro Asl, e 15 milioni accordati ad Angelini.

SOMME E REATI. Qual è stato il criterio delle cifre decise? Le somme fissate dal giudice Zaccagnini rinviano all'«ipotesi accusatoria», ai capi d'accusa per i singoli imputati e alla documentazione. «Ci si si intende riferire alle dichiarazioni rese da Angelini nel corso dell'incidente probatorio», ha scritto Zaccagnini, «ai riscontri bancari, ai prelievi di cassa in contanti, alle dichiarazioni delle persone informate». E' infatti nell'incidente probatorio che il Grande accusatore aveva sostenuto di aver pagato tangenti per 15 milioni a politici di entrambi gli schieramenti: appunto la cifra accordata per Angelini parte civile. E' questa la somma a carico degli imputati chiamati a rispondere di reati di truffa, concussione e abuso patrimoniale: Sabatino Aracu, Antonio Boschetti, Angelo Bucciarelli, Camillo Cesarone, Luigi Conga, Ottaviano Del Turco, Vito Domenici, Giancarlo Masciarelli, Bernardo Mazzocca, Giovanni Pace, Lamberto Quarta e Vincenzo Trozzi.

Un sequestro di beni per 35 milioni accordato alle parti civili pubbliche corrispondente circa, sempre secondo l'impianto accusatorio, alla cifra entrata nelle tasche di Angelini: oltre 33 milioni di euro di rimborsi non dovuti per prestazioni sanitarie nelle sue case di cura tra cui la clinica Villa Pini. Pietro Anello, ancora Angelini - in un rimpallo tra imputato e parte civile - ancora l'ex coordinatore di FI Aracu, l'ex direttore della Asl di Chieti, Conga, e l'ex dirigente della Asl aquilana, Pierluigi Cosenza: sono i nomi degli imputati che, per la Procura, devono rispondere a vario titolo di truffa aggravata, di associazione per delinquere, corruzione e concussione e che devono rispondere di sequestro di beni per 30 milioni. Inoltre, Del Turco figura anche fra gli 8 imputati a cui sono a carico sigilli per 5 milioni.

QUALI BENI? Sarà compito delle parti civili trascrivere quali sono i singoli beni tra case, auto e terreni, da porre sotto sequestro per raggiungere, e senza oltrepassare, la cifra stabilita dal giudice: un'operazione complessa che dovrà tener conto anche del fatto che molte case, come quella di Del Turco, sono intestate ad altri.

Nel frattempo, sempre nel provvedimento, il giudice ha precisato perché per ora il processo resta a Pescara e non viene trasferito ad Avezzano come richiesto dal legale di Del Turco: «La vicenda va esaminata al momento della decisione finale. Ma è escluso che ci si debba preventivamente pronunciare sulla competenza prima o contestualmente alla decisione sulla richiesta di sequestro conservativo». La prossima udienza di Sanitopoli è in programma il 4 ottobre.

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