Secinaro, i misteri della dea Sicinna

Le ipotesi degli storici: in quella piana i templi di un culto dionisiaco

SECINARO. Una leggenda che potrebbe nascondere una civiltà scomparsa, legata al culto della Sicinnide, l'antica danza pagana che si svolgeva nel territorio di Secinaro in provincia dell'Aquila. Resti di templi e manufatti in onore della dea Sicinna potrebbero trovarsi nella piana del Sirente, negli stessi luoghi dell'omonimo laghetto al centro di una polemica scientifica sulla sua formazione (si legga l'articolo a fianco).

Il Senato Romano, nel 186 avanti Cristo, mise fuori legge, pena la morte, l'adorazione della dea Sicinna. La divinità componente il corteo di Dioniso era adorata perché inneggiava alla liberta. Una cosa che la società schiavista della Roma antica non poteva tollerare. Quindi, fu vietato il rito della Sicinnide che era una danza a scopo orgiastico dedicato alla dea e volta alla liberazione dell'uomo.

Ma le leggi romane venivano facilmente raggirate tra gli impervi boschi del Sirente. Qui, infatti, ci sono segni che attesterebbero che l'antico rito sopravvisse ben oltre il divieto romano.
Lo spiega lo storico locale Evandro Ricci.

«Esistono documenti», racconta Ricci, «che inducono a pensare che il culto della dea Sicinna a Secinaro sia durato fino ad oltre il quarto secolo dopo Cristo. Un esempio è il testamento di Giovanni Pandulfo (ultimo feudatario del castello di Secinaro ndc), datato 1311, dove ci sono tracce di questo rito».

«Poi», continua Ricci che ha al suo attivo diverse pubblicazioni sulla storia del territorio. «sulla scomparsa di questo culto si racconta che un enorme fascio di luce proveniente da est si sia schiantato sul tempio distruggendo l'edificio pagano, uccidendo i seguaci e mettendo al suo posto la Madonna della Consolazione».

Una leggenda, quindi, sembrerebbe. La stessa che ha ripreso vigore quando è stata ipotizzata la formazione del laghetto del Sirente. a causa dell'impatto di un meteorite. In molti hanno tracciato delle analogie con la formazione del laghetto avvenuta, secondo l'analisi con il radio carbonio intorno al IV e V secolo dopo Cristo. Lo stesso periodo in cui, il culto della dea Sicinna, sopravvissuto alle leggi romane, dovrebbe essersi estinto.

Inoltre, durante le indagini sulla piana del Sirente sono state scattate delle fotografie che sembrerebbero mostrare delle basi quadrate.

«Formazioni di questo tipo possono avere diverse origini», spiega Silvano Agostini della Soprintendenza ai beni archeologici d'Abruzzo. «Come prima cosa bisogna vedere se sono umide o secche. Solo in questo secondo caso, potremmo presupporre la presenza di mura sedimentatesi nel tempo. Oppure potrebbero essere state realizzate da pastori. Ciò che è sicuro e il fatto che, trovandoci in una piana a ridosso del costone del Sirente, il materiale che scende dalla montagna, abbia contribuito a sedimentare sotto diversi metri di terra eventuali tracce di civiltà. Per le quali, comunque, mancano delle prove oggettive».

La stessa prova che manca per porre fine alle discussioni sulla formazione del laghetto del Sirente.

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