Spiagge, libertà di recinzione

Approvata la nuova legge, in aula sfiorata la rissa tra Acerbo e Tagliente

L'AQUILA. Che le norme sul via libera alla recinzioni degli stabilimenti balneari sulle spaggie abruzzesi fossero ad altissima tensione lo si era visto nelle passate sedute, quando la maggioranza di centrodestra era stata costretta a rinviare le decisioni. Nella seduta del consiglio regionale di ieri, durante le fasi che hanno preceduto l'approvazione, si è addirittura sfiorata la rissa tra il capogruppo di Rifondazione comunista, Maurizio Acerbo, e il consigliere del Pdl, Giuseppe Tagliente, uno dei tre firmatari (gli altri sono Antonio Menna e Luciano Terra dell'Udc) dell'emendamento all'integrazione della «Legge sul demanio marittimo con finalità turistiche e ricreative sulle recinzioni degli stabilimenti».

Proprio quest'ultima disposizione ha acceso gli animi con Acerbo, che ha parlato di «porcata», apostrofando duramente Tagliente, il quale ha reagito ed è stato fermato prima di raggiungere lo scranno dell'esponente di Rifondazione. E' insorto anche il resto dell'opposizione: «E' una sanatoria per le recinzioni abusive».

Acerbo, per il quale «il trio di consiglieri regionali vastesi ha così sanato la situazione di quegli stabilimenti che hanno rifiutato di adempiere alle ordinanze comunali», ha chiesto le dimissioni dell'assessore regionale al Turismo, Mauro Di Dalmazio: «Praticamente il nuovo Piano demaniale marittimo l'ha già fatto il trio vastese. L'assessore Di Dalmazio che ha avallato questa operazione dovrebbe avere il buon gusto di rimettere il mandato», ha tuonato Acerbo che ha concluso sottolineando: «Ogni stabilimento potrà trasformarsi in un fortino aumentando a dismisura la chiusura alla vista dei cittadini delle nostre spiagge». Per il capogruppo del Pd, Camillo D'Alessandro, si tratta di «legge vergogna» e «sanatoria per i furbi». Negative anche le reazioni dell'Idv e del consigliere dei Verdi, Walter Caporale.

Bocche cucite nella maggioranza di centrodestra che ha approvato le norme dopo una votazione a scrutinio segreto. A parlare è il consigliere dell'Udc, Menna: «Nessuna sanatoria, la delimitazione garantisce la sicurezza, contro gli atti vandalici, se fatte in un cero modo contrasta l'erosione nella parte della battigia e salvaguarda le autorizzazioni rilasciate regolarmente prima del 2004».

Gli strali delle opposizioni si sono abbattuti su una maggioranza improduttiva e confusa per le divisioni interne anche quando la seduta è saltata per mancanza del numero legale causato dall'assenza dei consiglieri di centrodestra.

«Ancora una volta la maggioranza di scioglie al sole delle proprie divisioni interne», ha spiegato D'Alessandro. «Per il secondo consiglio consecutivo, dopo qualche ora di discussione, il centrodestra non ha il numero legale e la seduta viene sciolta, tutto rinviato, tanto l'Abruzzo può aspettare».

Prima del rinvio, il Consiglio, ancora in clima di tensione, aveva dato il via libera ad un contributo di 450mila euro per il Consorzio di bonifica Interno con sede a Pratola Peligna, presentato dall'assessore regionale all'Agricoltura, Mauro Febbo, con la motivazione di «sostenere l'ente per la manutenzione delle infrastrutture danneggiate per il terremoto del 6 aprile 2009». Anche il centrosinistra ha votato sì dopo che il contribuito è stato ridotto da 750 mila a 450mila e a condizione che la somma non sia legata alla copertura del debito ma agli investimenti per riparare i danni del sisma.

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